Ascoltare gli anni Settanta



Retorica. Questa è la parola abolita dallo spettacolo che ha avuto luogo al centro culturale San Gaetano, a Padova, il 4 maggio. La vita vera, vissuta era la protagonista. Alcune classi delle scuole superiori della città hanno alternato musica alla lettura di spaccati di vita di genitori o parenti, raccontando le loro esperienze durante gli anni Settanta, sia a Padova che nel mondo e guidati dalla giornalista Silvia Giralucci, da Agnese Solero e Patrizia Rossi. La novità dell’evento stava nel fatto che i ragazzi non si sono concentrati solo sulla loro città, ma hanno raccontato anche esperienze di vita dai Paesi dell’Europa dell’Est o dall’America Latina, facendo capire che, quando si parla di quegli anni controversi, non si ha una memoria condivisa: non stavano tutti male e non stavano tutti bene. Le opinioni sono così variegate da rispecchiare la complessità di un periodo storico che ha segnato profondamente la società odierna.

La definizione “anni di piombo” è riduttiva: troppi fattori sono andati a concatenarsi per vedere tutto sotto una luce. Questi ragazzi hanno mostrato che di luci ce ne sono molte. Ciò che deve essere apprezzato ulteriormente è proprio il fatto che siano state persone così giovani a dare la migliore lettura che io abbia visto sino ad ora degli anni Settanta. I libri e le interviste dei vari intellettuali con cui si entra a contatto ogni giorno, non fanno altro che dire quanto siano stati anni difficili e bui. Una soluzione di comodo. Si fa molto presto a vedere i lati negativi, ma attenzione: non sto di certo sostenendo che fosse un bel periodo in cui vivere. O meglio, non lo era per tutti. Una ragazza ha riportato la versione di una persona dell’Est europeo che affermava di aver vissuto benissimo, dato che era il momento di maggior sviluppo dell’Unione Sovietica. Di contro, in Cile, un uomo è stato torturato. Due esperienze opposte per anni in cui l’opposto e la contraddizione erano la regola.

Leggere gli anni Settanta non è semplice. Non basta evocare il terrorismo. Quando si analizza la storia si devono tenere conto di tutte le cause per capire gli effetti, ma se si resta ancorati agli stereotipi si fa molta poca strada. Eventi del genere insegnano ad ascoltare anche quelle voci silenziose che o per pigrizia o per superiorità vengono ignorate. Ascoltare è la soluzione per la comprensione.


Silvia Moranduzzo

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