Sciarpe rosse e lacrime per l’addio a Giselda

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 5 gennaio 2018

Un fiume di sciarpe rosse ha dato l’addio a Giselda Rischitelli, moglie del parlamentare dem Alessandro Naccarato e militante di sinistra. Il feretro era semplice, di legno chiaro. La cerimonia civile ha visto la partecipazione di quasi duemila persone al Cimitero Maggiore, molti in lacrime. «Ringrazio tutti quelli che ci hanno sostenuto durante la malattia di Giselda – ha detto Naccarato – Grazie anche a tutte le persone che sono qui oggi». Poi il dolore è diventato soffocante e Naccarato ha lasciato ad altri amici le parole per raccontare Giselda. 
Laureata in Scienze Politiche a Padova, dove è cresciuta la sua passione per la militanza politica, «ha avuto come punti fermi gli ideali di uguaglianza e solidarietà e per questo si è avvicinata a quello che lei chiamava il partito con la P maiuscola. Così ha conosciuto Alessandro, conquistato dalla sua semplicità. Ricordo che quando si è sposata nel ’98 invece della marcia nuziale ha voluto che si suonasse l’Internazionale», racconta un’amica. È diventata dirigente dell’Azienda Ospedaliera prima della nascita dei suoi due figli, Remo e Paolo, di 17 e 14 anni. «Si paragonava ad un carro armato – ha continuato l’amica – Anche quando si è ammalata, nel 2015, non si è arresa. Era più preoccupata di sostenere la sua famiglia piuttosto che pensare a sé stessa. Sapeva che il suo male quasi sempre equivaleva a una sentenza di morte». Ha subito un’operazione e due anni e mezzo di chemio. 
«Mi ha fatto promettere di non piangere ma non è facile – ha detto Franca De Lazzari, direttrice del reparto di Gastroenterologia di Padova e membro del Pd, con gli occhi lucidi – Abbiamo condiviso la sua sofferenza». Alla cerimonia, tra i tanti, era presente tutto lo stato maggiore del Pd, Margherita Miotto, Alessandro Zan, Ivo Rossi, Rosi Bindi, il ministro Andrea Orlando, Emanuele Fiano e gli ex Pd Flavio Zanonato e Piero Ruzzante. Non mancavano gli esponenti della Cgil come il segretario Aldo Maturano.

di Silvia Moranduzzo

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