L'innocenza dei bambini

Stazione di Parma, 12 settembre ore 10.30.
Seduta su una di quelle sedie di metallo scomodissime aspetta il treno, rileggendo gli appunti per l'esame senza memorizzare nulla. Nelle cuffie risuona della discutibile musica punk, un gruppo semisconosciuto e non proprio bravissimo. Non è concentrata, continua a perdersi negli eventi accaduti negli ultimi giorni che l'hanno fatta soffrire. Uno di quei momenti nei quali si vede tutto nero e si vorrebbe scappare su un'isola deserta per stare il più lontano possibile dalle persone.
Il posto a fianco è vuoto.
Arriva una bambina. Ha i pantaloni a fiori e una maglietta verde, i capelli castani tagliati a caschetto e un cerbiattino di peluche. Si siede e si guarda attorno. Con il peluche le tocca il braccio. Lei solleva lo sguardo dai suoi incubi e la guarda.
"È molto affettuoso" dice la bambina, muovendo il peluche in modo da accarezzare il braccio di lei. Sorridono entrambe. Lei toglie una cuffia e cominciano a parlare. La bambina chiede dei suoi appunti, se va a scuola. Lei chiede alla bambina che scuola fa e dov'è la sua mamma. Stanno andando a Milano, fa la terza elementare e le piacciono i capelli castani. Del film "Bambi" preferisce la fidanzata del famoso cerbiattino mentre a lei è sempre piaciuto Tamburino, il coniglietto. Le racconta che il suo papà, che di lavoro fa i bicchieri di vetro, una volta ha visto davvero un cerbiatto, in montagna.
Il treno arriva e si devono separare. Lei si alza, saluta la bambina che continua a guardarla mentre sale le scale per andare al binario. Sorride, quel sorriso innocente e spensierato dei bambini. Non sa cosa è riuscita a fare, non sa quanto bene le ha fatto. Mentre sale sul treno si accorge di sentire il cuore pieno. Perché quella bambina si è avvicinata proprio a lei? Avrà sentito che aveva bisogno di aiuto? I bambini hanno la straordinaria capacità di rasserenare anche l'animo più cupo, di sciogliere quella cortina di diffidenza che gli adulti creano per difendersi dall'esterno.
Le ha curato il cuore. Le ha dimostrato che c'è sempre un motivo per sorridere. Il mondo è bello, bisogna solo rendersene conto. E, a volte, guardarlo attraverso gli occhi di un bambino.
Un solo rammarico: non so il nome di quella bambina che ha fatto tanto.

Silvia Moranduzzo

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