Educazione civica leghista

Per fortuna c’è chi ancora si stupisce del linguaggio aggressivo di alcuni dei maggiori esponenti della Lega Nord. Perché sta nello stupore l’arma per combattere l’ignoranza. L’ennesimo caso di insulto al ministro Kyenge da parte del vice Presidente del Senato Calderoli, è solo l’ultimo di una lunga serie, che comprende anche minacce di morte da parte dell’ala più estrema dei militanti leghisti e da parte di organizzazioni neofasciste.

 I militanti leghisti nuotano piacevolmente in questo mare di cattiverie razziste che vengono servite su un piatto d’argento da coloro che dovrebbero ricoprire le più alte cariche istituzionali, mentre non fanno altro che bere acqua del Po e ridicolizzare il loro Paese. Con “Paese”, ovviamente, intendo l’Italia, ma tengo a specificarlo dato che alla Lega Nord piace pensare di essere cittadini di una simpatica Isola Che Non C’è, che chiamano “Padania”. Forse è per quello che Calderoli e i suoi compari non si preoccupano dell’immagine dell’Italia che danno a livello internazionale con le loro esternazioni.

Il Presidente della Repubblica Napolitano parla di “imbarbarimento della vita civile” e per quanto credo che abbia ragione, mi domando: se ne accorge solo ora? Il fatto è che sin da quando è nata all’inizio degli anni Novanta, la Lega Nord ha sempre avuto un carattere razzista profondamente radicato nel suo linguaggio. Perciò viene da pensare che ci si accorga solo ora di questa connotazione spregevole perché viene attaccato un ministro della Repubblica. E tutti gli insulti che in anni sono stati indirizzati agli immigrati? Dov’è l’indignazione per la gente normale?

 Di quest’ultimo fatto, il ministro Kyenge ha dato prova di essere di gran lunga più intelligente dell’attuale vice Presidente del Senato, affermando che non chiederà le dimissioni dello stesso, ma auspicando una riflessione interna alla Lega per evitare che episodi del genere si possano ripetere. Sono del parere che nemmeno unendo tutti i cervelli leghisti si riesca a cavare un ragno dal buco, ma non credo che il ministro dell’Integrazione avesse altra possibilità di rispondere a Calderoli.

 Certo è che insulti, minacce e offese sono inaccettabili per chiunque. Come possono persone che ricoprono cariche istituzionali parlare come il peggior ubriaco dell’osteria? Si dirà, in Italia ci si può aspettare di tutto. Niente di più vero, a quanto pare, ma allo stesso tempo, niente di più degradante.


Silvia Moranduzzo

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