La macchia dell'inciviltà


A quanto pare il fatto di avere un ministro di colore nel governo italiano scuote gli animi di tutte le parti politiche, facendo scaturire affermazioni degradanti per chi le fa e chi le ascolta. Soprattutto perché al razzismo si unisce il maschilismo più disgustoso.

Sembra brutto a dirsi, ma che un iscritto alla Lega Nord faccia affermazioni razziste non stupisce: sono anni che urlano “Immigrati, fora dai ball!” e ormai la società civile si è abituata. Fanno quasi tenerezza. Certo che una donna, Dolores Valandro, consigliere comunale di Padova in quota Lega, che inciti allo stupro verso il ministro Kyenge è orribile: infatti è stata condannata a 13 mesi di reclusione (pena sospesa), a 3 anni di interdizione dai pubblici uffici e al pagamento di una multa da 13 mila euro. 
Sicuramente le sue parole restano indelebili nell’incitamento alla violenza di genere, ma la giustizia ha fatto il suo corso. Valandro si è scusata con il ministro Kyenge dicendo che “è stato un momento di impulsività”. Per carità, si perdona ma non si dimentica. Tuttavia, l’ammissione della colpa è un gesto di maturità.

Ciò che mi ha lasciato perplessa è stata l’affermazione del consigliere comunale di Cavarzere di Sel, Angelo Romano Garbin, che scrive su Facebook nei riguardi di Dolores Valandro: “Ma varda che rassa de femena... la saria da molare in on recinto cò na ventina de negri assatanà e nesuno che la iuta”. La prima domanda che mi sono fatta ascoltando la notizia è: siamo sicuri che sia di Sel? Purtroppo si, e questo da la conferma che il razzismo e la violenza non hanno colore politico.
Vendola ha provveduto ad avviare la procedura per l’espulsione dal partito di Garbin: mi sembra il minimo, anzi, mi aspetto una sentenza simile a quella che ha subito Valandro. 
Laura Boldrini, Presidente della Camera, ha dichiarato che “Il pregiudizio non ha colore, come non lo ha il più squallido maschilismo, tanto più insopportabili quando provengono da forze politiche che delle questioni di genere e della lotta al razzismo fanno una loro bandiera”.

Sono stata cresciuta con dei valori tipici della sinistra: uguaglianza, rispetto, equità, giusta distribuzione della ricchezza, solidarietà. Trovo disdicevole che un uomo che afferma di seguire i miei stessi valori abbia fatto una dichiarazione del genere: evidentemente non sa cosa vuol dire avere dei principi, non sa cosa vuol dire vivere rispettando il prossimo, uomo, donna o animale che sia. 
Prima di tutto, è l’ennesimo che incita alla violenza sessuale, per cui, a mio parere, dovrebbe essere istituito il reato con una pena certa e chiara. Non trovo ammissibile che si spinga a far del male ad altre persone: è sinonimo di inciviltà e disumanità. 
In secondo luogo, è una frase razzista in piena regola: in un recinto di negri? Perché di negri? I bianchi non stuprano? Gli italiani sono tutti santi? Ma fatemi il piacere. Un uomo che stupra è un uomo, non importa il colore della pelle. Il detto “tutto il mondo è paese” calza a pennello.

Mi auguro che questa vicenda disgustosa e infamante nei riguardi della politica finisca presto con una sentenza del tribunale. Parlare attraverso insulti e offese non porta da nessuna parte. Quando la società italiana e politica sarà davvero “civile”, allora potrà avere luogo un discorso costruttivo e democratico tra le parti avverse. Evidentemente, non è ancora il momento.


Silvia Moranduzzo

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