La scuola pubblica non esiste più


Il governo ha deciso di finanziare le scuole private con 220 milioni, mentre a quelle pubbliche saranno versati 150 milioni. Gli studenti che frequentano una scuola privata sono, in media, 905.838; frequentano la scuola pubblica 7.865.825 alunni (fonte MIUR, a.s 2007/2008). Facendo un rapido conto, il governo aiuterebbe gli studenti delle scuole pubbliche con 19 euro a testa, mentre quelli della scuola privata riceverebbero 242 euro cada uno.

Veniamo ad alcune brevi e semplici considerazioni.

Le scuole private, come tutti sanno, hanno rette altissime, che genitori facoltosi pagano per dare la migliore istruzione ai loro figli. Ci sono i migliori insegnanti, sale computer, palestre attrezzate e personale sempre disponibile. Tutti elementi che fanno crescere lo studente in un ambiente splendido, senza intoppi.
Molto diversa è la situazione della scuola pubblica. Gli insegnanti sono per la maggior parte precari quindi cambiano ogni anno lasciando lo studente senza un punto di riferimento, le strutture sono fatiscenti, manca il mobilio (banchi, sedie, lavagne, gessi), a volte manca anche il riscaldamento. Il personale è sottopagato e oberato di lavoro. Spesso la palestra non c’è e bisogna chiederne in affitto una privata per le lezioni di educazione fisica. Tutto questo fa capire agli studenti che il mondo non è rosa e fiori, che se senti freddo devi chiudere con il nastro adesivo la finestra perché la scuola non ha i soldi per pagare il vetraio: ti devi arrangiare.

Queste due situazioni così diverse sono lo specchio della società italiana. Da una parte il mondo bello e confortevole delle persone benestanti, a cui basta schioccare le dita per avere; dall’altra il mondo delle persone normali, quelle che lavorano 12 ore al giorno per pagare le bollette e che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Due mondi così distanti e il cui divario va allargandosi sempre più senza che lo Stato faccia nulla. Perché dare 70 milioni in più alle scuole private se già riescono a finanziarsi con le rette che pagano i genitori degli studenti? Perché lasciare che la scuola pubblica vada alla deriva?
Se non ricordo male, è compito dello Stato garantire a tutti i cittadini di poter esplicare la propria abilità sia nel lavoro sia nello studio: lo dice la nostra Costituzione.

Articolo 3, comma 2:
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese

Articolo 34:
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.”

Non mi sembra che la Costituzione venga rispettata dal punto di vista della scuola. Per lo Stato non siamo tutti uguali. Il fatto che tutti abbiano le stesse possibilità non vuol dire che si debba far studiare anche chi non ne ha voglia e frequenterebbe la scuola solo per scaldare il banco: significa che tutti partano sulla stessa linea. Tutti devono avere la possibilità di scegliere e di dimostrare il proprio talento. Invece la nostra società sembra organizzata a caste, come in India: se si nasce in una famiglia povera, non si può sperare di risalire la scala sociale.
In Italia non siamo tutti uguali. Non tutti possiamo studiare e chi lo fa è davvero fortunato. Non è vero che l’università è di massa: si può dire che sia aumentato il numero di studenti ma non è realmente “di massa”. I fatti parlano. I numeri confermano. Non ci si deve stupire se si emigra all’estero: se qui non possiamo studiare, è normale andarsene. Siamo costretti ed è una vergogna. Una vera vergogna.


Silvia Moranduzzo

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