M5s si dissangua sempre più

A forza di espulsioni, prima o poi nel Movimento5stelle resteranno solo Grillo e Casaleggio. 
Altri 4 senatori sono stati cacciati dal Movimento dopo aver criticato la linea del leader: Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana. Per ratificare l'espulsione, come di consueto, Grillo si è affidato alla rete che, con più di 29mila voti, ha acconsentito all'ennesima prova dittatoriale del comico. Nel corso di un'assemblea, i senatori del M5s si sono divisi sul tema e almeno 9 sono pronti a dare le dimissioni; nel frattempo, anche alla Camera ci sono state minacce di uscita dal Movimento, tanto che si ipotizza la creazione di un nuovo gruppo composto dai dissidenti, che andrebbe ad accrescere la frammentazione partitica già avanzata nel nostro Paese. Alla fine dei conti, i senatori dimissionari sono sei mentre alla Camera Alessio Tacconi e Ivan Catalano hanno lasciato il Movimento.


Le peripezie grilline sarebbero anche divertenti da seguire con tutte queste espulsioni e insulti (sembra che i dissidenti vengano chiamati "parassiti"), se non fosse che queste persone siedono al Parlamento e invece di occuparsi di legiferare litigano tra loro. I grillini si dicevano quelle persone che avrebbero fermato il dominio dei berlusconiani sull'Italia, si sono presentati come normali cittadini desiderosi di lavorare per il bene comune, per fermare la corruzione, per far risalire il Paese dalla crisi. Tutto sommato, alcune idee non erano poi così male, tuttavia il Movimento5 stelle ha un grosso problema: Beppe Grillo. Il loro leader non fa altro che tenere i componenti del Movimento in un limbo da cui sono impossibilitati a fare qualsiasi cosa. Anche se si appella alla rete per le decisioni riguardanti il partito, in realtà questo non vuol dire che sia democratico dal momento in cui la rete stessa non l'ha mai smentito: non si può sapere chi ci sia dietro ad un computer e ad una connessione ad internet. L'iscrizione al sito non è sufficiente, lo capirebbe anche un bambino. Fino a che Grillo non lascerà la politica e continuerà a fare il suo lavoro (il comico), il M5s non combinerà altro che confusione.

Forse è meglio così. Un gruppo di persone che non conoscono il funzionamento delle istituzioni e che non sanno come difendersi dai "giochi di palazzo" (come è stata la nomina di Renzi a Presidente del Consiglio, per esempio) come possono governare un Paese? Tutto ciò non vuol dire che devono tornare i D'Alema o i Berlusconi, vuol dire che il problema non risiede nell'età dei parlamentari. Il nocciolo della questione risiede nella formazione politica che i partiti non fanno più, provocando un grave deficit nelle nuove generazioni che si avvicinano alla politica. Per formazione politica si intende la conoscenza del funzionamento delle amministrazioni e delle istituzioni, non la conoscenza e la pratica degli "inciuci". I grillini, purtroppo per loro, non hanno ricevuto un'educazione di questo genere quindi sono incapaci di governare. Senza Grillo e con una formazione adeguata, forse, il Movimento 5 stella avrebbe qualche possibilità. Tuttavia, la storia non si fa con i "se" e con i "ma".


Silvia Moranduzzo

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