Trump taglia i fondi all'Unfpa

Com’è risaputo, Donald Trump non condivide l’idea dell’aborto. A ribadirlo è la sua recente decisione di ritirare finanziamenti per 32,5 milioni di dollari al Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), un’agenzia attiva in più di 150 nazioni che si occupa di aiutare le persone in zone di crisi e concentra il suo lavoro sulla situazione di mamme e bambini. La motivazione è che il fondo Onu “sostiene, o partecipa alla gestione di un programma di aborto coercitivo o sterilizzazione involontaria”. L’Unfpa ha sottolineato il fatto di non aver mai contravvenuto a nessuna legge. Inoltre, ha ribadito che quanto si legge nel comunicato statunitense riguardo ad una sua collaborazione con la Cina per il controllo delle nascite è falso: “Tutto il nostro lavoro promuove i diritti degli individui e delle coppie a prendere le proprie decisioni, senza costrizioni o discriminazioni”. E’ stato ricordato dall’agenzia che lo scorso anno sono riusciti a salvare la vita di migliaia di donne proprio grazie ai finanziamenti americani, che altrimenti sarebbero morte di parto. “Se ha problemi con la gestione dei diritti umani in Cina, che ne discuta con il presidente cinese mentre giocheranno insieme a golf a Mar-a-Lago” ha ironizzato Jonathan Rucks, direttore del Pai, un’organizzazione sulla salute riproduttiva con sede a Washington.
Per giustificarsi, Trump ha affermato che le attività dell’agenzia sono contrarie alla legge Kemp-Kasten, la quale stabilisce che il governo statunitense non può finanziare organizzazioni che promuovono aborti coercitivi o sterilizzazioni involontarie.

I soldi che erano destinati all’Unfpa andranno al Global Health Program


di Silvia Moranduzzo

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