Più vero del vero, la via padovana al viaggio virtuale

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 21 luglio 2017

PADOVA Il paesaggio è montuoso e il cielo è terso, azzurro intenso. Il sentiero conduce ad una pietra, in un angolo. Appoggi un piede e la pietra trema: un boato e comincia a salire. Si arriva in vetta e, dall’altra parte, spunta il mare. Vista stupenda: il verso dei gabbiani e il vento che cresce, come la sensazione di vertigine. Di fronte c’è una passerella in legno che non pare molto stabile. Passi incerti-, le gambe tremano, l’insicurezza aumenta. È molto alto. «Sii coraggioso, fai un passo nel vuoto. Forza!» echeggia una voce. La paura aumenta e si resta bloccati, sospesi nell’incertezza e nel terrore di cadere. Le sensazioni sono così forti che ci si dimentica di non essere in montagna. Ci si dimentica di trovarsi nel BUH12 di via Prima Strada a Padova, di indossare un visore e cuffie che riproducono una realtà virtuale aumentata. Ci si dimentica di essere al sicuro: vista, olfatto, tatto e udito fanno credere al cervello di vivere un’esperienza reale. Del resto, lo scopo della «Immersive Virtual Reality» è proprio quello di far dimenticare la realtà e condurre virtualmente in un luogo lontano.
Un passo in avanti, nel vuoto, il fiato sospeso. Pronti a cadere, pronti a sentire l’impatto con la nuda roccia sottostante. Non accade nulla di tutto ciò. Viene in soccorso una pedana che conduce alla fine del percorso di super realtà virtuale chiamato «The Edge. Be Brave», progettato dalla start up padovana Uqido e presentato al BUH12, uno storico edificio industriale. Un esperimento che ha visto cinque ingegneri con meno di 35 anni al lavoro per cinque mesi. Per la prima volta in Italia si ha un’esperienza di realtà virtuale aumentata che coinvolge tatto, udito e olfatto oltre alla vista. 
L’azienda, fondata nel 2010, si occupa di ICT e new technologies. «Il nostro progetto – spiega Pier Mattia Avesani, CEO e fondatore di Uqido – è la conferma che la tecnologia non tiene lontano l’uomo dalla natura ma riesce ad educarlo a rispettarla per trarne vantaggio. “The Edge. Be Brave” spinge ad andare oltre i propri limiti per abituarsi a gestire situazioni di pericolo e capire come superarlo». Il loro primo brevetto è «Simon», sistema che elimina le code: il principio è quello di prenotare dal proprio cellulare il posto in coda ed evitare lunghe attese. Un’evoluzione è l’app Pronto Soccorso, voluta dalla Regione, che mostra tutti i punti di primo aiuto sanitario del territorio e anche i pazienti che sono in coda in quel momento. Chi vorrà testare «The Edge. Be Brave» potrà farlo a ottobre, in centro a Padova, dove sarà allestita una stanza da gioco.


di Silvia Moranduzzo

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