Rapina in parafarmacia, commesse minacciate

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 30 dicembre 2017


Rapina ieri sera alle 19.34 in via Marin, in zona Torresino. All’orario di chiusura, un uomo di colore armato di coltello si è presentato alla parafarmacia «Il Torresino» e ha minacciato le commesse, intimando loro di consegnargli l’incasso della giornata. Il bandito aveva un berretto scuro in testa, quindi le dipendenti, alle quali non è rimasto che cedergli parte del denaro in cassa (l’importo va quantificato), non sono riuscite a fornirne una descrizione precisa ai carabinieri del Radiomobile. Accorsi sul posto quando le malcapitate sono riuscite a dare l’allarme. Dopo il colpo, il rapinatore è scappato a piedi tra le vie limitrofe e al momento non è chiaro se abbia avuto complici, se abbia scelto quel negozio a caso o se l’avesse tenuto d’occhio in precedenza.
Si tratta della seconda rapina nel giro di due settimane dopo quella del 13 dicembre avvenuta, sempre di sera, ai danni della tabaccheria di Daniela e Alberto Schiavon, in via Dal Pozzo, a Terranegra. In quell’occasione due italiani con il volto coperto dai passamontagna e armati di pistola hanno malmenato Schiavon e si sono fatti dare 600 euro. Qualche giorno prima era stata presa di mira una tabaccheria a Montà.
Via Marin alle otto e mezza di sera è deserta. Poche persone passano di lì. «Questa è una zona tranquilla, non ricordo sia mai successo nulla di simile — dice una residente di via Cadorna, frontale alla parafarmacia —. Abito qui da dodici anni e ho sempre pensato fosse un quartiere sicuro. Vado spesso in quel negozio, conosco bene le commesse e mi dispiace tanto per quello che hanno passato». Poco prima del colpo, il titolare della pasticceria «Europa» era stato lì: «Sono passato intorno alle 19.15 ed era tutto normale. Poi ho chiuso e sono stato in laboratorio. Non ho sentito nulla. La zona non è pericolosa, a me non è mai successo nulla». Alla fine di questa brutta serata resta la solidarietà dei residenti e dei commercianti alle vittime della rapina, tutti accomunati dall’incredulità per l’accaduto.

di Silvia Moranduzzo

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