Donne in conflitto - Consigli utili

Pianificazione è la parola chiave. Ogni intervista va fissata prima di partire così da non avere buchi che possono portare a ritardi. La scaletta degli spostamenti, inoltre, andrebbe data a qualcuno di fiducia così che chi resta a casa sappia sempre dove siamo.

I Territori palestinesi non sono certo la zona più pericolosa al mondo ma alcuni accorgimenti sono doverosi. Prima di tutto bisogna evitare di dare nell'occhio e fare di tutto per rendersi "invisibili". L'obiettivo è portare a casa delle interviste, non mettere in piedi una lotta contro una cultura diversa. Quindi niente abiti sgargianti, troppo scollati o troppo corti. Se si parte in estate, come nel mio caso, bene le magliette a maniche corte ma non le canottiere, vietati i pantaloni corti. Portare con sé una sciarpa leggera da mettere sulla testa per due ragioni: mostrare rispetto (aiuta a stabilire confidenza) e proteggersi dal caldo. Ho scoperto con sorpresa che coprire la testa con un foulard (ne avevo uno bianco) è molto utile contro la calura estiva. Nei Territori palestinesi si può arrivare anche a 48/50 gradi all'ombra e il foulard raccoglie tutto il sudore oltre a evitare brutte scottature e insolazioni.
A proposito di caldo: nello zaino è meglio portare almeno due litri d'acqua. Accorgimento in più può essere l'utilizzo di sali minerali effervescenti che, sciolti in una delle due bottiglie, aiutano a recuperare ciò che si perde sudando.

Prima di partire è consigliato iscriversi al sito del Ministero degli Esteri. C'è una sezione che si chiama "Dove siamo nel mondo" alla quale ci si può registrare e inserire successivamente i dettagli del viaggio come la data di partenza e ritorno, i numeri da chiamare in caso di emergenza e così via. Come si diceva sopra, i Territori palestinesi non sono tra le zone più pericolose al mondo ma non è un segreto che gli attentati si verifichino anche lì. A questo proposito, un'altra buona pratica è quella di non utilizzare mezzi israeliani perché possono essere un bersaglio. Per spostarsi dall'aeroporto a Gerusalemme, per esempio, ci sono i nesher, taxi condivisi spesso utilizzati dai turisti e quindi poco allettanti per eventuali terroristi (colpire stranieri può essere controproducente quindi si evita), mentre per andare da una città all'altra conviene utilizzare gli autobus arabi, magari più scomodi ma di certo più sicuri.

Ci sono altri accorgimenti da prendere prima di partire come preparare una versione plausibile da raccontare alle autorità (mai mentire, meglio omettere e dare la colpa all'ingenuità del turista sprovveduto) o nascondere il materiale delle interviste. Per saperne di più potete ordinare "Donne in conflitto" su https://bookabook.it/libri/donne-in-conflitto/

di Silvia Moranduzzo

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