Adotta una parola per salvare i termini che non usiamo più

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 23 dicembre 2017


L’italiano, alle sue origini, era una lingua romanza parlata da Dante, Boccaccio e Petrarca, complicata e con mille sfumature diverse che l’hanno resa così bella e armoniosa. Seguendo il corso naturale delle cose, si è evoluto e molte parole molto comuni fino a poche decine di anni fa sono cadute in disuso. Per evitare che termini che possono sembrare arcaici e invece costituiscono parte del nostro patrimonio culturale possano cadere nel dimenticatoio, è nato il premio, ormai arrivato alla quarta edizione, «Adotta una parola», dedicato ad alunni delle scuole secondarie, organizzata dalla società Dante Alighieri in collaborazione con la Provincia di Padova.
Gli studenti sono stati chiamati a scrivere un tema inserendo cinque parole arcaiche da un elenco di trenta. Hanno partecipato 300 ragazzi e i primi posti del podio, assegnati ieri mattina a Padova, sono tutti al femminile: Anna Bianzale, 11 anni ha vinto il primo premio per le scuole medie, mentre per le scuole superiori sono arrivate parimerito Anna Novielli, 17 anni e Martina Baraldo, del liceo Ferrari di Este (Padova). «Siamo rimasti stupiti per la profondità degli argomenti trattati e per la fluidità della narrazione – commenta soddisfatta Maristella Mazzocca, presidente della società Dante Alighieri – Ci sono stati temi sul duello tra la vita e la morte, su come la guerra cambia le persone ma anche racconti di fantasia».

di Silvia Moranduzzo

Commenti

Post popolari in questo blog

Arcella, sicurezza dalla luce Giordani: Led nel quartiere e per la zona della stazione

La battaglia di mister "Mocio Vileda": "Un centro commerciale davanti al Catajo? Se lo faranno chiuderò al pubblico il castello"

Sciarpe rosse e lacrime per l’addio a Giselda