Scritte e intarsi, la diocesi restaura la Bibbia di Lutero

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 23 dicembre 2017


Cinquecento anni fa cominciò a delinearsi la riforma luterana, una rivoluzione all’interno della Chiesa cattolica. Martin Lutero iniziò a tradurre il Nuovo Testamento nel 1521 e una copia dello scritto sacro in tedesco costava quanto lo stipendio di una domestica di allora. Circa dieci anni dopo, poi, Lutero si dette la traduzione del Vecchio Testamento. Una delle prime edizioni della Bibbia luterana, stampata a Wittembreg nel 1556, è arrivata a Padova, alla Biblioteca del Seminario, all’inizio dell’Ottocento e si potrà vedere restaurata da oggi fino al 28 gennaio al Museo diocesano di Padova (da giovedì a sabato 14-18, domenica e festivi 10-18, il biglietto 5 euro, ridotto 4 euro).
«In Italia esistono solo 16 copie del testo sacro del XVI secolo – spiega don Riccardo Battocchio, direttore della Biblioteca antica del Seminario Vescovile – e questo è l’unico realizzato a Wittemberg. Non sappiamo come sia giunto a noi. Potrebbe averlo portato uno studente che seguiva il protestantesimo o potrebbe essere arrivata da Venezia. All’epoca il nostro capoluogo era una città in fermento, c’erano i migliori stampatori e grande libertà di pensiero ma quando l’Inquisizione è giunta a Venezia molti hanno dovuto nascondersi». Ci sono voluti sei mesi per restaurare quelle pagine ricche incisioni, ma anche di frasi scritte a mano che testimoniano come quel testo sia stato utilizzato, studiato e vissuto.

di Silvia Moranduzzo

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