La Roma grillina sta affondando

 La giunta Raggi perde un altro pezzo. Dopo l’assenza di un assessore al bilancio, sembra che si dimetterà dal suo incarico il ragioniere generale del Comune di Roma, Stefano Fermante. I portavoce della sindaca smentiscono. Sarebbe stato firmato un protocollo di dimissioni ma queste non sarebbero ancora ufficiali. Alcuni dicono che sia solo una minaccia di Fermante che, oberato di lavoro a causa della mancanza di un assessore al bilancio, deve occuparsi anche di compiti che non gli spettano. Chiunque venga interrogato sull’argomento afferma di non sapere nulla. La figura del ragioniere comunale è quella che si occupa dell’equilibrio del bilancio, prima di tutto, redige la relazione di inizio e fine mandato e fornisce pareri sulle delibere del consiglio comunale per quanto riguarda la sua area di competenza.
Non è il primo né l’ultimo dei problemi della giunta pentastellata che sta gradualmente affondando. Un peccato ma non una sorpresa. Il Movimento 5 stelle nasce e cresce come movimento di opposizione perenne e al governo si trova su di un terreno sconosciuto. Non a caso, tra i sindaci che finora hanno guidato una giunta a 5 stelle ci sono stati vari problemi: Pizzarotti è stato cacciato dal Movimento, pur essendo riuscito a governare la città di Parma (bene o male è affare dei parmigiani); Nogarin, sindaco di Livorno, è stato indagato per abuso d’ufficio e falso in bilancio; Cozzolino a Civitavecchia ha avuto seri problemi con tre consigliere; Cinque, sindaco di Bagheria è stato denunciato per ingiuria nei confronti di un cittadino intervenuto in consiglio comunale (“Ti strappo il cuore” ha detto); Puddu è stato indagato per mobbing nei confronti dell’ex segretaria del comune di Assemini, Daniela Petricci; Fucci, sindaco di Pomezia, ha nascosto un avviso di garanzia che è subito stato archiviato per non essere espulso dal Movimento, quasi vi sia un clima del terrore e della caccia alle streghe; Fabbri, sindaco di Comacchio, è stato espulso per essersi presentato con altri partiti in coalizione alle elezioni.
La vita dei 5 stelle che ricoprono ruoli nelle istituzioni non è facile: o si eseguono gli ordini del capo Grillo o si è fuori. Nel ruolo di oppositori ormai sono forti, hanno capito come funziona ma se chiamati a governare rischiano di non farcela. E’ ciò che sta capitando a Roma. Dopo aver conquistato lo scranno più importante, lo stanno lasciando affondare. Presto si potrebbe tornare a votare e, del resto, i toni da campagna elettorale non sono stati dismessi. Primo fra tutti, Roberto Giachetti, candidato sindaco del Pd, sembra sempre in attesa di un microfono al quale parlare male della giunta, mentre Grillo e Di Maio continuano a sostenere la Raggi come se non avesse già vinto le elezioni. Uno dei temi centrali è ancora quello delle Olimpiadi del 2024, alle quali la sindaca ha rinunciato: non si sa se per seguire i dettami del capo oppure se ne fosse davvero convinta. Alla seduta del consiglio comunale nella quale si è ratificata la decisione della sindaca, non ha potuto intervenire, seppur presente, la rappresentante del Comitato promotore delle Olimpiadi, Diana Bianchedi, che ha quindi organizzato una fugace conferenza stampa alla quale affermava il suo sdegno sia per la decisione del consiglio sia per il trattamento ricevuto. Giachetti si è subito lanciato all’attacco: “I rappresentanti del Coni e dello sport italiano sono stati umiliati per la seconda volta da questa amministrazione. La prima volta hanno aspettato fuori dalla porta del sindaco mentre lei era pranzo. Oggi - continua - non sarebbe cambiato niente se aveste dato loro la dignità di spiegare. Chi si dimostra tanto forte nell'impedire agli altri di parlare è tanto debole nelle sue convinzioni”.
Manca l’assessore al bilancio, mancano i vertici di Ama e Atac, forse manca il ragioniere comunale. Virginia Raggi, tuttavia, non è l’unica che a Roma sta passando un brutto momento. L’ex sindaco del Pd Ignazio Marino rischia tre anni di carcere, chiesti dai magistrati, per truffa, peculato e falso. Gli viene contestato l’utilizzo della carta di credito del Comune per cene private (per un ammontare di circa 13 mila euro) e il pagamento di consulenze da parte di soggetti inesistenti o prestanome per la onlus Imagine di cui è il fondatore, con un danno di 6 mila euro all’Inps. Il Comune di Roma si è costituito parte civile e chiede i danni per un totale di 600 mila euro.

Roma affonda inesorabilmente, tra trasporti che non funzionano, bilanci depredati e politici incompetenti. Dai gladiatori, guerrieri coraggiosi e di valore, agli indagati.

di Silvia Moranduzzo

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