Torna la favola del Ponte sullo Stretto di Messina

Plinio il Vecchio narra che il console Lucio Cecilio Metello nel 251 a.C. voleva costruire un ponte composto da barche per trasportare dalla Sicilia i 140 elefanti requisiti ai Cartaginesi nella battaglia di Palermo. In seguito fu la volta di Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, che nel 1840 affidò il progetto di un ponte ad architetti e ingegneri, ma dovette rinunciare a causa dei costi elevati. Seguiranno varie idee da parte dei governi che si succedono nell’Italia unita, ma nessuna verrà portata a compimento. Per nostra fortuna, Matteo Renzi ha la soluzione e costruirà il tanto agognato ponte sullo stretto di Messina dando lavoro a centomila persone. Meno male che Matteo c’è.
All’assemblea che celebrava i 110 anni del gruppo Salini-Impregilo (costruttori dell’autostrada del sole) Renzi ha annunciato di essere pronto a proseguire con il progetto del ponte “per tornare ad avere una Sicilia più vicina e raggiungibile e per togliere la Calabria dal suo isolamento”. Una tipica promessa berlusconiana infattibile.
Nel 2010 era stato approvato dal governo Berlusconi il progetto della società Stretto di Messina s.p.a. ma nel 2011 l’Unione Europea non ha incluso il ponte tra le opere pubbliche meritevoli di finanziamento comunitario. L’allora ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, conferma comunque la realizzazione del progetto. Tuttavia l’Italia dei Valori presenta una mozione in Parlamento che viene approvata e che impegna il governo a sopprimere ogni finanziamento. Nel 2012 il governo Monti ha dovuto stanziare 300 milioni per il pagamento degli indennizzi per la mancata realizzazione del ponte. Si decise tramite la legge 221/12 che la Stretto di Messina s.p.a. e il maggior contraente Eurolink (di cui Salini-Impresilo era il capogruppo mandatario con il 45%) dovessero stipulare un accordo ulteriore al contratto vigente che avrebbe dovuto essere firmato entro il 1 marzo 2013, pena la recessione di ogni patto stabilito antecedentemente. Questo non fu mai firmato.
Il dibattito intorno al ponte sullo stretto di Messina si nutre anche di timori di infiltrazioni mafiose, problemi economici e ambientali. I critici ritengono che il trasporto delle merci non ne sarebbe avvantaggiato e quindi il costo non coprirebbe i vantaggi. Per quanto riguarda l’impatto ambientale, è innegabile che ci sarebbe un profondo cambiamento paesaggistico e le navi da crociera potrebbero non riuscire a passare, imponendo un cambiamento di rotte: alcuni dicono però che l’inquinamento marino diminuirebbe dato che ci sarebbero meno traghetti in mare.

Agli italiani piace sognare e piace sognare in grande. Piacciono le grandi promesse e le grandi illusioni. Ecco servita l’ennesima.

di Silvia Moranduzzo

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