La politica commerciale di Trump: meno tutele ambientali e meno tasse

Ambientalismo fuori controllo”. Così Donald Trump ha definito le norme che tutelano l’ambiente durante l’incontro con i top manager dell’industria americana. Il presidente ha promesso un taglio del 75% della regolazione ambientale per avvantaggiare le imprese nella produzione. Agli ad di Fca, General Motors e Ford il tycoon ha garantito inoltre un taglio delle tasse perché vuole rendere più semplice fare affari in l’America.
Trump sta procedendo ad una radicale trasformazione della politica commerciale americana. Non vuole più andare avanti con il Ttp (Trans-Pacific Partnership), vuole rinegoziare il Nafta e imporre dazi per quegli imprenditori che spostano la produzione all’estero per poi vendere negli Stati Uniti.

L’intento di Trump è creare nuovi posti di lavoro e sarebbe disposto a far sciogliere tutti i ghiacci del Polo Nord per mantenere la promessa fatta in campagna elettorale. Punta sull’industria automobilistica perché presente soprattutto in Michigan e Ohio, stati decisivi per la sua vittoria alle presidenziali, e perché è quell’industria che più facilmente può garantire lavoro. Infatti, l’industria automobilistica attualmente vende più di 17 milioni di modelli all’anno e dal 2009 ha generato oltre mezzo milione di posti di lavoro negli States. Con l’approvazione del Nafta, parte della produzione è stata spostata in Messico e questo è il meccanismo che Trump vuole invertire. A questo proposito, il presidente aveva più volte attaccato su Twitter Ford e General Motors, durante la campagna elettorale, e accusava le due aziende di aver approfittato del trattato per produrre sottocosto all’estero. Del resto, in Messico un operaio viene pagato circa 8 dollari al giorno, negli Stati Uniti si arriva a 60 dollari al giorno.


di Silvia Moranduzzo

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