Pendolari: tra rincari abbonamenti e condizioni di viaggio al limite

In natura esiste un particolare esemplare, molto simile all’essere umano, che ha capacità sorprendenti. Si chiama “il pendolare”. Questa creatura dall’aura quasi mistica ha una capacità di adattamento alle difficoltà che gli esseri umani faticano a concepire. Il pendolare si alza solitamente molto presto la mattina e compie ogni giorno un viaggio su un mezzo pubblico. La sera torna a casa molto più tardi rispetto agli esseri umani e molto più stanco, perché ciò che ha vissuto durante la giornata ha un che di epico. Secondo i dati del Censis il pendolare in media impiega 72 minuti per i suoi spostamenti, che equivalgono a 33 giorni lavorativi all’anno. Gli esemplari di pendolare sono più di 13 milioni e aumentano ogni giorno. Le difficoltà che il pendolare deve affrontare ogni giorno sono innumerevoli. Analizziamo il caso del pendolare dei treni regionali.
Durante la stagione invernale deve attendere il treno al freddo e al gelo al binario, mentre durante l’estate rischia di sciogliersi sotto il sole come un gelato. Solitamente l’odore all’interno delle carrozze è nauseabondo e spesso non riesce a sedersi. E’ costretto a restare in piedi, cercando di non cadere a causa delle oscillazioni del mezzo simili ad una giostra, ammassato ad altre persone. Se fortunatamente riesce a sedersi non può muoversi perché i posti sono così stretti che non ci passerebbe nemmeno una mosca. Le condizioni igieniche del viaggio del pendolare sono particolarmente complicate. Oltre alla sporcizia del treno, si deve aggiungere la scarsa igiene di alcuni dei suoi simili, specialmente nel periodo estivo. Se tutto va bene, il viaggio avrà una decina o poco più di minuti di ritardo, ma può capitare che il pendolare debba attendere ore oppure veda il suo mezzo cancellato. In questo caso, oltre a sentirsi preso in giro dalla voce metallica che dice: “Trenitalia si scusa per il disagio”, ripercorre nella sua mente i peggiori insulti che si possano immaginare e comunica a casa i suoi problemi. 
Il pendolare dei treni ad alta velocità non ha grandi vantaggi in più. Le poltrone non sono poi così comode e i tempi di percorrenza si allungano. Il fatto che l’alta velocità subisca meno ritardi è una leggenda metropolitana. 
In quanto comunità il pendolare cerca di farsi forza tra simili, anche per non sentirsi Davide contro Golia. Esistono varie pagine Facebook, come “Pendolari per passione”, che raccolgono non solo le proteste di queste creature, ma anche informazioni su ritardi o cancellazioni che vengono date in tempo reale.

Il pendolare, oltre ad essere vessato dalle difficoltà che hanno comunemente gli esseri umani, deve stare molto attento ai rincari degli abbonamenti. Per esempio, se a gennaio un abbonamento dell’alta velocità Padova-Roma Termini costava 710 euro, a febbraio costerà 856 euro (+20%). L’amministratore delegato di Trenitalia, Renato Mazzoncini, ha risposto così alle polemiche riguardanti i rincari: “Innanzitutto gli abbonamenti li abbiamo mantenuti, a differenza di altri. I prezzi sono stati rimodellati per venire incontro alle esigenze di tutti: dei pendolari, grazie alla differenziazione per fasce e giornate di viaggio, dei clienti non abbonati che spesso non trovano posto e dell’impresa di effettuare un servizio che sia in equilibrio economico. Nonostante questa rimodulazione, sottolineo che i prezzi degli abbonamenti sono ancora molto bassi, tant’è che sull’Alta velocità siamo gli unici a proporli”. Il pendolare che legge tale dichiarazione si sente preso in giro e pensa ad ulteriori insulti elaborati da rivolgere all’azienda Trenitalia e a chi gliel’ha fatto fare di fare il pendolare.


di Silvia Moranduzzo

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