Gli adolescenti tra web, bullismo e azzardo

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 15 novembre 2017

Adolescenti sempre con lo sguardo sullo smartphone, connessi con il mondo e al contempo soli, privi di relazioni autentiche.
L’immagine stereotipata dei ragazzi di oggi, però, non corrisponde alla realtà. La Fondazione Zancan, il centro studi che si occupa di politiche sociali ed educative, sta monitorando da tre anni 1400 giovani attraverso il progetto «Crescere». Con il contributo della Fondazione Cariparo, l’obiettivo è seguire ragazzi e ragazze dai 12 fino ai 18 anni per carpire non solo dati numerici ma anche il loro andamento nel tempo. Lo studio rileva come la pratica di attività sportive cali nel passaggio dalla scuola media alla scuola superiore, complice il carico di studio più pesante. I ragazzi che però continuano con lo sport non tolgono tempo ai compiti, bensì all’utilizzo di internet e dei social: meglio giocare a pallone che chattare su WhatsApp (tenendo presente che il 93% degli intervistati naviga in internet tutti i giorni). E se i diversi orientamenti sessuali vengono considerati normali e non sono oggetto di discriminazione, il punto dolente dell’universo giovanile si rivela ancora una volta il bullismo. Un ragazzo su due afferma di esserne stato vittima almeno una volta. Le modalità più diffuse sono le offese, gli insulti e l’esclusione sociale. Solo l’8% ha subito violenze di tipo fisico. Ciò che fanno notare gli studiosi della Fondazione Zancan è che il 68% delle vittime si trasforma in carnefice e diventa prepotente nei confronti degli altri. «Si crea un microclima violento all’interno delle relazioni a scuola che può diventare preoccupante», afferma Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione. 
Preoccupante è anche il dato che riguarda il gioco d’azzardo: il 9% dei ragazzi gioca online con soldi veri, il che fa capire come le condizioni di sicurezza poste da molti siti del genere non siano efficaci. «Non è una percentuale alta però deve far riflettere che dei quindicenni si dedichino a questo tipo di attività», sostiene Giulia Barbero Vignola, ricercatrice e responsabile dello studio. «Vorrei far notare che quando abbiamo chiesto ai ragazzi cosa ritengono sia più importante per loro – prosegue Barbero Vignola – loro hanno risposto amici, famiglia e amore. Sono ragazzi sempre connessi ma con la voglia di relazioni autentiche». Nonostante il dialogo con i genitori sia difficile, generalmente i giovani si sentono protetti in casa. Vogliono sentirsi amati da famiglia e amici e stimati dagli insegnanti, vogliono essere motivati e sostenuti.

di Silvia Moranduzzo

Commenti

Post popolari in questo blog

Arcella, sicurezza dalla luce Giordani: Led nel quartiere e per la zona della stazione

La battaglia di mister "Mocio Vileda": "Un centro commerciale davanti al Catajo? Se lo faranno chiuderò al pubblico il castello"

Sciarpe rosse e lacrime per l’addio a Giselda