Niente acqua per i bambini che portano il pranzo da casa: lo decide la giunta Appendino

La giunta a 5 stelle di Torino nega l’acqua ai bambini che si portano il panino da casa e non usufruiscono del servizio mensa. Si parla di acqua dalla caraffa, quindi acqua del rubinetto. Acqua pubblica, insomma. La stessa acqua pubblica per la quale il Movimento di Beppe Grillo si era tanto battuto al referendum del 2011.
La vicenda ha inizio con una mozione che riguardava le persone che lavorano nelle mense scolastiche, a rischio licenziamento perché sempre meno bambini scelgono di usufruire del servizio. Alla mozione era stato presentato un emendamento da Fabrizio Ricca, Lega Nord, perché i bambini che si portano il pranzo da casa potessero almeno bere l’acqua. I 5 stelle lo hanno bocciato mentre erano a favore i consiglieri Pd, Torino in Comune, Forza Italia, Lega, Lista Civica per Torino, Lista Rosso.
Lo scorso settembre la Corte d’Appello di Torino aveva sancito l’obbligo per le scuole di non dividere i bambini che mangiavano in mensa da quelli che si portavano il pranzo da casa, accogliendo il ricorso di alcuni genitori. Giudicando il pasto un momento formativo, il giudice ha stabilito che i bambini devono restare insieme. L’associazione Cittadinanzattiva nell’ottobre 2016 ha presentato un’indagine sulle mense scolastiche che dimostra come una famiglia spenderebbe circa 728 euro l’anno per la mensa del figlio, cifra che sempre più genitori non si possono permettere. Al Nord si arrivano a spendere circa 93 euro al mese, mentre al Sud si parla di 64 euro al mese.

I costi si alzano, gli stipendi diminuiscono, mantenere una famiglia è diventata un’impresa titanica. Dare il panino al bambino non è un atto dispregiativo nei confronti della scuola e il bambino non deve sentirsi diverso o inferiore perché non mangia lo stesso cibo degli altri. Non deve essere messo in un’altra stanza, lontano dai compagni facendogli pesare una situazione di cui non ha nessuna colpa. E soprattutto, l’acqua non si nega a nessuno, figuriamoci a un bambino.


di Silvia Moranduzzo

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