Si dimette un'altro membro della commissione contro gli abusi del clero

Nel marzo 2014 venne istituita una commissione internazionale contro gli abusi del clero da Papa Francesco, a seguito delle numerose accuse di pedofilia rivolte a esponenti della chiesa cattolica. Un’iniziativa salutata con entusiasmo e sollievo da parte delle vittime e di coloro che sono vicini alle parrocchie. Purtroppo non sembra che le cose siano andate come ci si aspettava. Marie Collins, una donna irlandese a sua volta vittima di abusi da parte di un prete, ha deciso di lasciare la commissione sostenendo che ci fosse scarsa collaborazione da parte del clero. “Ci sono state battute d’arresto costanti - ha dichiarato Collins -. Questo è stato direttamente a causa della resistenza da parte di alcuni membri della Curia vaticana al lavoro della Commissione. La mancanza di cooperazione, in particolare da parte del dicastero più strettamente coinvolti nel trattamenti dei casi di abuso, è stato vergognoso”.
Il cardinale O’Malley, presidente della commissione, e alcuni altri membri si dicono dispiaciuti della decisione di Marie Collins e la descrivono come infaticabile nel cercare giustizia per le vittime. All’interno della commissione, era l’unica persona che avesse vissuto gli abusi. Un anno fa l’unica altra vittima aveva lasciato la commissione per motivi analoghi a quelli di Collins, Peter Saunders. Ora restano 16 membri tra esperti, ecclesiastici e studiosi.
Il fenomeno della pedofilia tra i sacerdoti non è da sottovalutare. Sono persone che tutti i giorni sono a contatto con minori senza la presenza dei genitori e il rischio è alto. Secondo il dottor Cosimo Schinaia, autore di “Pedofilia Pedofilie. La psicoanalisi e il mondo del pedofilo” per coloro che soffrono di questa patologia il bambino vuole essere soddisfatto sessualmente dall’adulto e nei sacerdoti o nei frati, oltre a tale visione distorta, subentra un altro elemento disturbante: “Colpisce in queste persone una certa discrepanza fra l’origine socio-culturale spesso modesta e il ruolo, non certo umile, che sono chiamate a ricoprire avviandosi al sacerdozio. Ciò può generare l’assunzione di un’identità posticcia che maschera un senso d’inadeguatezza e altre fragilità”. Il dottor Schinaia aggiunge anche che la formazione sacerdotale “porta a un’immagine idealizzata del proprio ruolo paterno tale da forgiare soggetti al di sopra della figura del padre reale dei ragazzi da formare”.

La prima volta che si è parlato di preti pedofili è stato nel gennaio 2002, quando su The Boston Globe è uscita un’inchiesta riguardante il caso di un sacerdote che aveva violentato un bambino di 10 anni. Il quotidiano ha cominciato a pubblicare denunce, condanne e insabbiamenti di casi di pedofilia da parte di esponenti della chiesa cattolica. Solo a Boston vennero accusati 89 preti, fino ad arrivare anche all’allora arcivescovo di Boston, il cardinale Bernard Francis Law che fu costretto a dimettersi per aver nascosto le violenze.


di Silvia Moranduzzo

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