Don Giovanni Nervo, profeta del terzo settore

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 14 dicembre 2017


«La carità è un valore fondamentale nel quale don Giovanni Nervo credeva molto, è capace di dare forza alla comunità quando si tratta di affrontare le emergenze»: sono le parole monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova, nel ricordare il fondatore della Caritas. Sempre dalla parte dei poveri e degli emarginati, don Nervo era convinto della necessità di praticare la carità senza aspettarsi nulla in cambio.
La figura del prelato lombardo, di origine vicentina, morto a Sarmeola nel 2013, è stata ricordata ieri a Padova in occasione della presentazione del libro "Gemme di carità e giustizia". Il racconto di una vita curato da Diego Cipriani e Tiziano Vecchiato (Edizioni Dehoniane di Bologna, 15 euro). Il titolo racchiude il pensiero di Don Nervo su quello che definiva il «welfare generativo»: «Le gemme sono le estremità più in alto delle piante – spiega Vecchiato – e racchiudono tutto il loro potenziale di crescita e sviluppo. Ma sono al contempo le parti più fragili e bisognose di cure. Esattamente come le gemme delle piante, nella società le persone che racchiudono la massima capacità di cambiamento sono proprio quelle più fragili. Don Nervo sosteneva che se riuscivi a individuarle potevi facilitarne lo sviluppo».
Il libro contiene gli scritti dell’ex parroco di Santa Sofia, caratterizzati da una scrittura chiara e lineare, coerente con la volontà di don Nervo di essere vicino a tutti. Il volume è diviso in due parti: la prima, «Luci dell’alba», espone i tratti salienti della sua vita, dall’infanzia trascorsa in una famiglia povera alla Resistenza, dalla Scuola di servizio sociale alla collaborazione stretta con la Fondazione Zancan. I brani racchiudono il percorso di don Nervo che poi lo porterà a fondare la Caritas Italiana nel 1971. La seconda parte, «Parole di una vita», raccoglie alcuni scritti su carità e giustizia sociale. «L’idea del libro è nata il giorno stesso della sua morte, il 21 marzo 2013 – spiega Cipriani – Il nostro intento è quello di far conoscere il pensiero e mantenere viva la memoria di un uomo straordinario come Don Nervo. Abbiamo scelto di raccontarlo attraverso le sue stesse parole per far trasparire la sorprendente capacità di lettura dell’attualità che possedeva». Don Nervo pensava che la Costituzione fosse la stella polare da seguire per una buona comunicazione con tutti. Riteneva fondamentale anche il ruolo del volontariato come «supplemento dell’anima»: sosteneva, infatti, che l’attività del terzo settore dovesse essere di supporto alle istituzioni e non sostituirvisi.

di Silvia Moranduzzo

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