La battaglia di mister "Mocio Vileda": "Un centro commerciale davanti al Catajo? Se lo faranno chiuderò al pubblico il castello"
Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) del 30 giugno 2016
Due Carrare (Padova). Quando ha saputo che sorgerà un centro commerciale di fronte
al Castello del Catajo l’imprenditore Sergio Cervellin, proprietario dal marzo
del 2016 della reggia risalente al XVI secolo (pagata 2,7 milioni), non ci ha pensato
su: “Come cominciano le ruspe, io metto le catene e chiudo tutto”. Si parla di
32 mila metri quadri e un capitale di investimento per un valore complessivo di
decine di milioni di euro della società “Deda srl” di Padova. Nonostante il
malcontento suscitato anche nei Comuni limitrofi e nelle associazioni di
categoria, il progetto sembra inarrestabile. “Ci sono due sentenze del
Consiglio di Stato che dicono che il diritto edificatorio c’è - spiega Gino
Favero, assessore al Bilancio di Due Carrare - Ci possono essere forse dei
margini di manovra sulla metratura dell’opera, per cercare di arginare l’impatto
negativo che può avere sull’ambiente circostante, ma fermarla non è
contemplato”. Secondo Cervellin il problema sorge a monte, quando il centro
commerciale è stato concepito: in quell’occasione, ben 23 anni fa, Due Carrare avrebbe
potuto negare il permesso. L’imprenditore non ha parole gentili nemmeno per
l’amministrazione attuale: “Sono impazziti, bisognerebbe andare lì e prendere a
calci tutti”, afferma. “Se questa è la testa che hanno i politici lo credo bene
che l’Italia vada male”. Cervellin, famoso per aver brevettato il “Mocio Vileda”,
spiega di non essere contrario ai centri commerciali in generale (che hanno
fatto anche la sua fortuna…), ma è particolarmente infastidito da quello progettato
da “Deda” perché non si troverà solo di fronte al suo castello, ma soprattutto sarà
immerso nel Parco dei Colli Euganei, due patrimoni importanti per la provincia
di Padova dal punto di vista storico-artistico e ambientale. “Qui è solo una
questione di soldi - attacca ancora - Il
Comune di Due Carrare crea uno scempio per guadagnare qualche milione dagli
oneri edilizi”. Cervellin, oltre a paventare un calo delle visite al castello,
si sente preso in giro perché, a suo dire, non è stato valorizzato il suo
sforzo di preservare la reggia, avendo mantenuto l’impegno preso all’acquisto
della stessa dopo anni di aste andate deserte. Un impegno che ha richiesto un
ingente dispendio di risorse e che ha messo a tacere coloro che temevano la
conversione del castello in una beauty farm o in un albergo, ma che ora
verrebbe vanificato dalla costruzione del centro commerciale.
Recentemente Patrizio Bertin, presidente di Ascom Padova, ha
sottolineato come la creazione di una tale opera alle porte della città
provocherebbe, secondo i suoi calcoli, una grave perdita di lavoro per gli
esercizi commerciali del capoluogo e delle cittadine confinanti. Il dissenso è
vasto e si sta organizzando una manifestazione per dissuadere la “Deda” e il
Comune di Due Carrare dal costruire il centro commerciale. Ma la questione è spinosa
e appare difficile da risolvere. Quello che è certo è che il braccio di ferro
continuerà.
di Silvia Moranduzzo
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