Anche i papà hanno diritto a stare con i figli

Quando nasce un bambino è festa per tutti. Mamma, papà, nonni, zii. Peccato che i papà possano stare a casa solo due giorni, secondo la legge italiana. Da più di un anno si trova nei cassetti del Senato un disegno di legge di Valeria Fedeli che propone un congedo di paternità obbligatorio per i padri lavoratori dipendenti di 15 giorni, da prendere anche in maniera continuativa durante il primo anno di vita del figlio. Si parla molto di parità tra uomo e donna e non sono solo le seconde a soffrirne. Il padre non ha forse diritto di stare con il neonato?
In Germania madri e padri possono avere un congedo parentale che va dai 12 ai 14 mesi ricevendo il 65% dello stipendio. In Svezia entrambi i genitori possono chiedere fino a 480 giorni di ferie per ogni figlio, mentre in Francia i papà hanno diritto a 11 giorni di congedo retribuito e di altri 6 mesi di congedo senza stipendio. In Giappone i genitori godono di un congedo retribuito per un anno anche se alcuni dati dimostrano che i papà ne usufruiscono poco perché “se un lavoratore di sesso maschile annuncia la decisione di prendere il congedo paternità, le persone intorno a lui iniziano a dubitare della sua idoneità per il lavoro”, ha detto Tetsuya Ando a Reuters, fondatore di Fathering Japan, un’organizzazione che sostiene i neo-padri nel mondo del lavoro. I pregiudizi sull’uomo che deve lavorare per mantenere la famiglia non ci sono solo in Italia, a scapito degli stessi uomini che magari vorrebbero stare con i propri figli e aiutare la consorte in un momento che è tutt’altro che facile. 
La donna dopo il parto può soffrire di depressione post-partum. Secondo i dati del Ministero della Salute, le donne che ne soffrono in Italia sono tra l’8% e il 12%. Solitamente questo disturbo si palesa tra la sesta e la dodicesima settimana dopo la nascita del figlio. “La donna si sente triste senza motivo, irritabile, facile al pianto, non all’altezza nei confronti degli impegni che la attendono - si legge sul sito del ministero -. Inoltre, un sentimento ricorrente tra le neo-mamme, che si trovano a dover affrontare questo problema, è la vergogna mista a senso di colpa. Nel sentire comune si dà infatti per scontato che una neomamma debba essere felice in ogni istante. Si tratta di un falso mito. La paura di essere considerate delle madri inadeguate, alimentata da aspettative poco realistiche, può portare le donne a sentirsi colpevoli e ad essere poco inclini a cercare aiuto, dimenticando che occorre tempo per adattarsi alla maternità”. Che la presenza del padre possa aiutare le donne in questo caso? Può essere un’ipotesi verosimile. Sia dal punto di vista delle mansioni da svolgere, sia dal punto di vista psicologico, non sentirsi sole potrebbe essere utile alle neo-mamme per stare meglio e, di conseguenza, ne gioverebbe anche il bambino.

Oggi alcune aziende aiutano i neo-genitori ma si tratta di misure che vengono prese a discrezione, cioè non sono disposte per legge. Netflix permette alle mamme e ai papà di stare a casa durante il primo anno di vita del bambino, anche in caso di adozione, percependo l’intero stipendio. Spotifysei mesi di congedo parentale retribuito al 100%, mentre danno 20 settimane pagate Google, Twitter e Microsoft, settimane che salgono a 26 se si lavora per Adobe e a 24 a Ebay


di Silvia Moranduzzo

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