L'inchiesta su Calvi è stata archiviata

Il 18 giugno 1982 un corpo penzolava impiccato al ponte dei Frati Neri, a Londra. Era Roberto Calvi, ex presidente del Banco Ambrosiano, apparentemente suicida. Sul caso è stata archiviata l’inchiesta dal gip Simonetta D’Alessandro perché nonostante le risultanze portassero a dedurre l’omicidio sotto forma di suicidio simulato non era possibile dare il valore di prova agli elementi raccolti. “Lo sforzo della pubblica accusa - scrive D’Alessandro al figlio di Calvi, Carlo - consegna comunque un’ipotesi storica dell’assassinio difficilmente sormontabile: una parte del Vaticano, ma non tutto il Vaticano; una parte di Cosa Nostra, ma non tutta Cosa Nostra; una parte della massoneria, ma non tutta la massoneria, e in una parola, la contiguità tra i soli livelli apicali in una fase strategica di politica estera, che ha bruciato capitali, che secondo i pentiti, erano di provenienza mafiosa. Di più non è stato possibile fare”.
Roberto Calvi era entrato al Banco Ambrosiano come impiegato nel 1947, grazie all’amicizia del padre con alcuni dirigenti della banca. Il Banco era una banca privata che aveva stretti legami con l’Istituto per le Opere di Religione (IOR). Scala la gerarchia fino a diventare presidente nel 1975 e avvia una serie di speculazioni finanziarie per introdurre il Banco Ambrosiano nella grande finanza internazionale. In questo contesto Calvi si avvale delle amicizie che ha nella P2, nella mafia e nella politica. Socio di Michele Sindona dal 1968, entra nella P2 il 23 agosto 1975. Va a far parte del consiglio di amministrazione dell’Università Bocconi, alla quale fa pervenire ingenti somme di denaro, tanto da suscitare sospetti che sfociano in un’interrogazione parlamentare da parte dei Radicali nel 1982. Crea una fitta rete di società fantasma nei paradisi fiscali con lo IOR ma si palesa una primi crisi del Banco Ambrosiano nel 1977, proprio a causa delle irregolarità di Calvi. A fare la spia è stato Michele Sindona, che non avendo ricevuto prestiti per salvare le sue banche aveva voluto vendicarsi. Le irregolarità rinvenute dalla Banca d’Italia vennero trasmesse al giudice Emilio Alessandrini, ucciso nel 1979 da alcuni terroristi di Prima Linea. Il Banco si risolleva grazie ai finanziamenti della BNL e dell’Eni che ammontavano a circa 150 milioni di dollari. Per salvarsi Calvi dovette pagare tangenti a Claudio Martelli e Bettino Craxi. Tuttavia, quando si scoprì che la P2 proteggeva Calvi scoppiò lo scandalo. Venne arrestato, processato e condannato. Durante la libertà provvisoria si recò a Londra passando per Roma, Venezia, Trieste, Jugoslavia, Klagenfurt, Innsbruck. Il 18 giugno venne trovato impiccato con dei mattoni nelle tasche, le mani legate e 15 mila dollari addosso. Nelle sue tasche vennero trovati un passaporto a nome di Gian Roberto Calvini e un foglio con alcuni nominativi, che comprendevano politici, mafiosi e piduisti. Un apparente suicidio.


di Silvia Moranduzzo

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