Dal sogno americano all'incubo: Trump è il 45esimo Presidente Usa


Il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America è Donald Trump. Se è vero che i governanti rispecchiano i governati, allora gli americani dovrebbero essere arrivisti, superficiali, razzisti, sessisti, truffatori.
Deve essere stato un brutto colpo per Hillary Clinton, che attendeva la Casa Bianca da molto tempo, tanto che non ha parlato ai sostenitori ma ha telefonato a Trump per congratularsi. “Per repubblicani e democratici è arrivato il tempo dell'unione. Dobbiamo collaborare, lavorare insieme e riunire la nostra grande nazione. Ho appena ricevuto le congratulazioni di Hillary Clinton e io mi congratulo con lei. La nostra non è stata una campagna elettorale, ma un grande movimento” ha detto Trump annunciando la vittoria. E poi cambia registro rispetto a quello aggressivo utilizzato durante tutta la campagna elettorale: “Prometto che sarò il presidente di tutti gli americani. I dimenticati di questo Paese, da oggi non lo saranno più”.
Clinton ha vinto in Vermont, Delaware, Illinois, Maryland, Massachusetts, New Jersey, Rhode Island, District of Columbia, New Mexico, New York, Virginia, California, Oregon, Hawaii, Colorado, Nevada e Main. Già a metà corsa twittava “Qualsiasi cosa accada, grazie lo stesso”. A niente sono valse le apparizioni con le star della musica e del cinema, invane le proposte hot di Madonna e di Mark Ruffalo
Trump ha conquistato Oklahoma, Mississippi e Tennessee, Alabama, South Carolina, Arkansas, Nebraska, South e North Dakota, Wyoming, Texas, Montana, Missouri, Idaho, Utah, Ohio, Florida, North Carolina, Utah, Georgia, Iowa, Pennsylvania e Alaska, Michigan, New Hampshire e Wisconsin. Oltre mille invitati aspettavano quello che ora è il vincitore indiscusso delle elezioni all’Hilton Midtown. Trump si è aggiudicato 279 grandi elettori, mentre a Clinton ne sono andati 218: il tycoon ha conquistato i voti degli stati a forte presenza bianca mentre Hillary aveva convinto le minoranze. Anche il Congresso va ai repubblicani con 235 seggi mentre i democratici ne avranno 200, ma non è detto che questo renderà più facile il lavoro a Trump, visti i dissidi interni al partito che ha suscitato, offendendo chiunque non fosse nelle sue grazie.
Times square era in silenzio, il silenzio di chi ha paura di quello che verrà dopo.
Le borse hanno risposto immediatamente all’elezione. Il peso messicano ha perso il 5%: il Messico era uno Stato continuamente sotto attacco da parte di Trump che promise addirittura di costruire un muro e farlo pagare ai messicani per non far arrivare immigrati negli Stati Uniti. Dimenticando che se non ci fossero stati immigrati, gli Stati Uniti, ad oggi, non esisterebbero. Dimenticando che anche sua moglie Melania, la first lady nuova fiammante, è un’immigrata che ha cambiato il nome per rendersi più “americana” e che per sbarcare il lunario si dava alla pornografia. Dimenticando anche i tanti immigrati che faceva lavorare a basso costo e con la minaccia di denunciare la mancanza di permessi i soggiorno. Sembra che il sito ufficiale del Canada per richiedere i visti d'ingresso sia andato in tilt all'annuncio della sua vittoria, a causa dei troppi accessi. 
La borsa di Tokyo ha visto l’indice Nikkey perdere il 2,2%: il nuovo presidente aveva promesso di abolire il trattato di libero scambio firmato nel 2015 tra gli Stati Uniti e 12 Stati del Pacifico, mossa temuta dal Giappone perché intaccherebbe la sua economia.
Anche la politica internazionale non è soddisfatta del voto americano. “La relazione transatlantica diventerà più difficile” ha affermato Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo, a caldo. Anche Berlino tentenna e il suo ministro degli esteri ha solamente detto che il vincitore va accettato, ma l’entusiasmo manca, come manca nelle congratulazioni di Matteo Renzi. Theresa May, invece, non sembra abbattuta come i suoi colleghi e assicura che Gran Bretagna e Stati Uniti resteranno stretti e vicini. Chi sta festeggiando è Putin, che dopo i sospetti di aver voluto influenzare il voto americano, augura che i rapporti russo-americani possano uscire dalla crisi. La Corea del Sud, invece, probabilmente ha capito meglio di altri con chi ha a che fare, perché ha convocato immediatamente il Consiglio sulla sicurezza nazionale. Park Geun-hye è preoccupata di instaurare subito buone relazioni con Trump visto l’approccio poco convenzionale di questi con la Corea del Nord.

Hillary non ha convinto fino in fondo gli americani, forse perché considerata troppo inserita nei meccanismi di potere. La sua rivincita sul marito e sul mondo dopo lo scandalo Lewinsky non l’ha ottenuta. In compenso, gli americani capiranno cosa vuol dire avere una persona simile a Berlusconi a capo della nazione e, magari, la smetteranno di prenderci in giro. Ora loro hanno un dongiovanni in salsa western e un’ex modella osé alla Casa Bianca. Non so a chi sia andata peggio.


di Silvia Moranduzzo

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