Muore Fidel Castro: liberatore e dittatore di Cuba

Il 25 novembre è morto Fidel Castro, eroe della rivoluzione cubana e dittatore comunista. Aveva 90 anni, dal 2006 lasciò il potere nelle mani del fratello Raul, che ha annunciato 9 giorni di lutto nazionale. Il leader maxìmo sarà cremato e i funerali si terranno il 4 dicembre.
La morte di Fidel ha diviso il mondo e i cubani, tra chi lo elogia e chi lo disprezza. La vita di Fidel Castro è costellata di luci e ombre, di meriti e demeriti, di libertà e segregazione. A Cuba regna la tristezza di coloro che lo vedevano come il liberatore e il portatore del sogno di una società equa e giusta, mentre gli esuli cubani sparsi nel mondo festeggiano la morte del dittatore, colui che li ha obbligati a scappare dalla loro terra, a vivere lontano dai propri cari. Una figura controversa e complessa che non si può giudicare troppo nettamente.
Fidel Castro nasce in un piccolo villaggio della provincia di Holguìn nel 1926 da una famiglia benestante. Studia dai gesuiti, una scuola esclusiva per ragazzi facoltosi, e si iscrive a Diritto all’Università dell’Avana. Dal 1933 Cuba è governata dal dittatore Fulgencio Batista, contro il quale Castro organizza un assalto armato con altri oppositori nel 1952, ma viene arrestato e condannato a 15 anni di carcere. Riceve, in seguito, un’amnistia grazie alla pressione che i gesuiti esercitano sul generale Batista: evidentemente aver frequentato una scuola prestigiosa era stata un’agevolazione, in contrasto con il percorso che Fidel seguirà. Scappa in Messico e torna in patria clandestinamente con altri oppositori di Batista, come Ernesto Guevara. La nave viene intercettata e quasi tutti vengono uccisi dall’esercito cubano. Comincia la guerriglia contro il dittatore che si conclude nel 1959 con la fuga di Batista. Da qui parte l’amministrazione di Cuba di Fidel Castro.
Diviene immediatamente inviso a Washington perché il primo provvedimento che prende come primo ministro è la nazionalizzazione delle compagnie statunitensi che avevano sede a Cuba. Si accorda con l’Unione Sovietica per comprare petrolio e il governo statunitense interrompe le relazioni diplomatiche con l’isola. A Castro, in realtà, non interessava la guerra fredda in corso tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Ha scelto di collaborare con la seconda perché più vicina alle sue idee politiche e perché era disponibile ad aiutare Cuba, mentre gli Stati Uniti, chiudendosi a riccio per la paura del comunismo, si erano creati un nemico dietro l’angolo. Nel 1961 gli Stati Uniti tentano un’invasione dell’isola dalla Baia dei Porci che si rivela un fallimento e crea una situazione molto tesa che si acuisce con la crisi dei missili del ’62.
Il tasso di analfabetismo a Cuba è stato ridotto dal 20% al 3,9%. Castro nazionalizza l’industria, confisca i beni di proprietà straniera, collettivizza l’agricoltura. Molti cubani lasciano il Paese sia per motivi politici sia economici perché i proprietari terrieri si trovano privati dei mezzi di sostentamento. La maggior parte si rifugia a Miami dove si crea una numerosa comunità anticastrista, tanto che uno dei quartieri verrà chiamato “Little Havana”. L’embargo statunitense rese Cuba fortemente dipendente dagli aiuti sovietici e il collasso dell’URSS nel 1991 fece precipitare la situazione economica che entrò in una grave crisi. Castro ha cercato una soluzione nello sviluppo delle biotecnologie che oltre a non aver funzionato, ha creato la paura nel resto del mondo della creazione di armi biologiche. Nel 2004 è stata istituita l’Alleanza Boliviana per le Americhe tra Cuba e Venezuela, che ha permesso alla prima di usufruire del petrolio della seconda in cambio di personale medico e culturale che aiutasse i Paesi del Sud America a combattere malattie, malnutrizione e analfabetismo. Infatti, è risaputo che la sanità cubana funzioni molto bene. Istruzione e sanità sono state rese accessibili a tutti, i tassi di mortalità infantile sono più bassi che in altri Paesi latinoamericani, la farmaceutica è tra le migliori al mondo, ma i media sono controllati dal governo e non c’è libertà d’espressione. Gli oppositori di Castro vengono accusati di essere “contro-rivoluzionari” o “fascisti” e vengono imprigionati. Tra gli anni ’60 e gli anni ’80 gli omosessuali hanno subito pesanti repressioni, sono stati rinchiusi in campi di lavoro forzati ed erano considerati espressione dei valori decadenti della società borghese. Solo nel 2010 Castro ammetterà di aver sbagliato ad indirizzare la repressione anche nei confronti degli omosessuali.

Non si può osannare Fidel Castro e nemmeno demonizzare. Ha liberato Cuba dalla dittatura per instaurarne un’altra. Ha ridotto l’analfabetismo ma ha vietato la libertà d’espressione. Luci e ombre si alternano sul suo personaggio. Fidel Castro fa parte della Storia, non è un mito, non è un diavolo


di Silvia Moranduzzo

Commenti

Post popolari in questo blog

Arcella, sicurezza dalla luce Giordani: Led nel quartiere e per la zona della stazione

La battaglia di mister "Mocio Vileda": "Un centro commerciale davanti al Catajo? Se lo faranno chiuderò al pubblico il castello"

Sciarpe rosse e lacrime per l’addio a Giselda