Moon Jae-in è il nuovo presidente della Corea del Sud

Dopo 9 anni di governo conservatore, la Corea del Sud ha scelto di cambiare. Il nuovo presidente eletto è Moon Jae-in, avvocato che si occupa di diritti umani, esponente del Partito Democratico di centrosinistra, sconfitto alle precedenti elezioni da Park Geun-hye che ora si trova in prigione a Seul per corruzione e rivelazione di segreti di Stato. Moon afferma di voler combattere la corruzione, riappacificarsi con la Corea del Nord e rilanciare l’economia in crisi. 11,4 milioni di coreani hanno creduto in lui, pensando di riuscire a cambiare la situazione difficile in cui versa il paese. Avrà sicuramente contato il fatto che il voto si è tenuto dopo soli due mesi dall’impeachment di Park Geun-hye, richiesto a gran voce dalla popolazione che aveva organizzato grandi manifestazioni di piazza. Si è trattato di una sollevazione che ha coinvolto moltissimi coreani e che ha in qualche modo spaventato i governanti che non si aspettavano un tale livello di coscienza politica. 
Importante è anche la questione dei rapporti con la Corea del Nord. Kim Jong-un si sta divertendo a spaventare il mondo intero sperimentando alcuni missili di medio raggio tanto che il presidente americano Trump ha ripetuto più volte l’intenzione di intervenire militarmente nel caso in cui i test non dovessero cessare. Minaccia che non ha impaurito il presidente nordcoreano che continua per la sua strada. Il fatto che Moon voglia cercare di trovare un punto di incontro con Kim è un importante segnale: si qualifica come un leader ragionevole, con cui poter discutere, aperto, sensibile al timore di un azione militare di Kim che tormenta i sudcoreani. E’ la cosiddetta “Sunshine Policy”, cioè la politica del rilassamento dei rapporti tra i due Stati. In caso di pace, tale pericolo verrebbe meno.


di Silvia Moranduzzo

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