Taiwan, avamposto dei diritti omosessuali in Asia

Taiwan è il primo Paese asiatico ad ammettere i matrimoni omosessuali. Lo ha stabilito una sentenza della Corte costituzionale con 12 voti a favore su 14 dove si afferma che il Codice civile in vigore viola due articoli della Costituzione, riconoscendo solamente le unioni tra uomo e donna. Il Parlamento ha due anni di tempo per modificare le leggi e permettere i matrimoni omosessuali. A chiedere alla Corte costituzionale di esprimersi sono stati Chi Chia-wei, attivista da molto tempo per i diritti civili, e l’amministrazione cittadina di Taipei, che attualmente deve affrontare innumerevoli cause legali dovute al fatto che ha dovuto rifiutare di celebrare matrimoni omosessuali perché in contrasto con la legge vigente.
Si tratta di una sentenza storica non solo per Taiwan, ma per tutta la regione asiatica: che sia il primo passo per l’accettazione delle unioni gay anche in altri Paesi asiatici? Taiwan è una delle roccaforti dei valori liberali in Asia (qui si tiene un gay pride ogni anno), in controtendenza rispetto ai suoi vicini. Basti pensare che qualche giorno fa in Indonesia due uomini hanno subìto 83 frustate perché omosessuali.

In questi giorni si sono tenute manifestazioni in favore dei diritti Lgbt alle quali hanno partecipato centinaia di migliaia di persone, secondo l’agenzia France Press. Per due mesi il Parlamento di Taiwan ha discusso una proposta di legge presentata dal partito della presidente Tsai Ing-wen, ma è stata affossata dai conservatori, contrari ai matrimoni omosessuali.


di Silvia Moranduzzo

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