Trump rivela segreti di stato alla Russia

Quando si parla di Donald Trump sembra di riferirsi a Giamburrasca: una ne pensa e cento ne fa. Non passa giorno in cui non esca una notizia su di lui, che sia un fatto curioso o una frase fuori posto o una violazione di qualsivoglia legge o codice. Il 14 maggio il tycoon ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e con l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Sergei Kislyak. Secondo le indiscrezioni raccolte dal Washington Post, il presidente si sarebbe vantato dell’efficienza dell’apparato di intelligence americano, affermando di ricevere ogni giorno importanti informazioni riguardanti il terrorismo e l’Isis. Esattamente come se stesse parlando di una partita di football con gli amici al bar, Trump avrebbe rivelato particolari sensibili a Lavrov che provenivano da un dossier classificato con codice cifrato, che corrisponde al livello più alto di segretezza. Tali rivelazioni coinvolgerebbero una fonte del governo statunitense che ora Cia e Nsa si stanno adoperando per proteggere. Nel caso in cui fosse stato un agente a divulgare il dossier sarebbe stato incriminato, mentre in base alla legge americana il presidente ha la facoltà di declassificare qualsiasi contenuto riservato. Tuttavia, è innegabile che raccontare segreti di Stato come ha fatto Trump con così tanta leggerezza fa pensare. Se un dossier viene classificato come riservato c’è sicuramente un motivo perciò dovrebbe essere trattato con delicatezza. Il fatto che il presidente americano non si renda conto che in questo modo può mettere in pericolo la vita di molte persone potrebbe avere delle conseguenze sul piano politico. 
Herbert Raymond McCaster, Consigliere per la Sicurezza nazionale, ha cercato di smentire il Washington Post in conferenza stampa: “Il presidente e il ministro degli esteri russo hanno esaminato le minacce comuni poste dalle organizzazioni terroristiche, comprese le minacce al traffico aereo. In nessun momento sono state menzionate le fonti d’intelligence”. Peccato che qualche ora dopo Trump abbia twittato una versione completamente diversa, in linea con ciò che riporta il Washington Post: “Come presidente volevo condividere con la Russia (durante un incontro alla Casa Bianca programmato pubblicamente), cosa che ho il diritto assoluto di fare, fatti relativi al terrorismo e alla sicurezza del volo aereo. Ragioni umanitarie, inoltre voglio che la Russia rafforzi notevolmente la sua lotta contro l’Isis e il terrorismo”. Si smarca, invece, dalle parole del tycoon il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov: “Non ci compete, non vogliamo avere niente a che fare con questa fesseria”.

Sembra che i Paesi europei siano rimasti sconcertati dalla vicenda, tanto che alcune fonti riferiscono dell’intenzione di non condividere più informazioni di intelligence con gli Stati Uniti.


di Silvia Moranduzzo

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