Ca' Foscari allo sfascio - come mandare in rovina l'Università
A questo articolo ha collaborato una studentessa dell'Università Ca' Foscari che preferisce restare anonima
L'Università Ca' Foscari di Venezia è una delle università
più rinomate in Italia, perciò, come tutto ciò che ha un valore, per gli
italiani va distrutto. A poco a poco, il rettore Carraro ci sta riuscendo.
L'ultima trovata del magnifico rettore dell'Università di
Venezia è quella di una vendita attraverso permuta: tre palazzi storici in
cambio di uno più recente di uguale grandezza. Carraro vorrebbe cedere al fondo
immobiliare "Risparmio immobiliare uno energia" Ca' Cappello, sede
storica degli studi orientali affacciata sul Canal Grande e costruita in epoca
gotica, Ca' Bembo, nel sestiere Dorsoduro, e palazzo Cosulich, affacciato sulle
Zattere. In cambio, all'università andrebbe Ca' Sagredo, costruito nel 1957 ed
ex sede dell'Enel, che prima di essere accessibile al personale e agli studenti
dovrebbe essere ristrutturato per un ammontare di circa 8 milioni di euro.
Il fondo con cui sta trattando Carraro è quotato in borsa e
la sua gestione è affidata alla PlensPlan Invest, che partecipa al fondo per
l'1.77 per cento ed è controllata dalla Regione Trentino Alto Adige e da banche
locali. Sembra che tale fondo abbia più di 100 milioni di debiti e che, in
passato, si sia trovato in mezzo a oscure vicende di passaggi di proprietà
finalizzati all'accrescimento artificioso del valore degli immobili, anche se
non è mai stata provata alcuna truffa.
Il timore di docenti e studenti è che, per ripianare i
debiti dell'università, questi tre palazzi storici siano convertiti in alberghi
di lusso e si stanno muovendo, per prevenire lo scempio, anche Comitati privati
per la salvaguardia dei beni artistici e architettonici. Il timore che dovrebbe
coinvolgere la società tutta, di fronte ad un uso così indiscreto delle
proprietà universitarie, è che le azioni del rettore Carraro non siano
legittime, non solo per la morale comune ma anche secondo la legge dal momento
che una permuta è valida qualora il valore degli edifici sia uguale: in questo
caso, non si può considerare solo il valore monetario ma si deve tenere
presente del valore storico di cui godono i tre edifici in questione, i quali,
a causa della gestione personalistica di Carraro rischiano di non far più parte
del patrimonio storico e artistico di una delle città più belle del nostro
Paese, provocando una perdita enorme.
Questa decisione presa dal rettore ha scatenato non poche
perplessità sia tra i docenti che tra gli studenti dell’Ateneo; a nulla sono
valse le 116 firme degli insegnanti in una lettera di protesta indirizzata a
Carraro, così come sembra non sortire alcun effetto il malcontento degli
studenti.
Una studentessa di Angloamericano e Cinese ha detto che da
una parte una sede unica per la Facoltà di Lingue – come nel caso della facoltà
di Economia – farebbe comodo agli studenti, risparmiando loro di andare in giro
da una sede all’altra, e talvolta in tempi ristretti o dall’altra parte della
città; dall’altro, siccome l’acquisto di Ca’ Sagredo non comporterebbe alcun
aumento di spazio (porterebbe, semmai, ad una riduzione) e tenendo conto che già
c’è poco spazio per gli studenti nelle aule studio, nelle aule delle lezioni e
nelle biblioteche, la studentessa è convinta che a questo punto sarebbe meglio
lasciare le cose come stanno.
Una studentessa di tedesco ha affermato che questa è l’ennesima
dimostrazione di come vengano prima i soldi dell’interesse degli studenti,
mentre un altro suo compagno di corso ha affermato che dietro ci sono
sicuramente decisioni prese in accordo con altre società, definendo questo
sistema equiparabile ad una mafia.
Perché perdere tre sedi per una sede soltanto e con posti
ancor più ridotti?
In molti sono ormai affezionati a questi palazzi.
Ca’ Cappello è nota per essere la sede storica degli studi
orientali, dove gli studenti hanno trovato spesso un ambiente confortevole dove
studiare.
Nessuno nega che Palazzo Cosulich, delle tre, sia la sede più
cadente e meno pulita, ma è nota per la sua Biblioteca di Anglistica,
Francesistica e Germanistica e con un’area computer dotata di PC funzionanti.
Ca’ Bembo è nota, oltre che per le scalinate a volte
impossibili da praticare, anche per gli affreschi che decorano i soffitti, i
tavoli posti in spazi dove gli studenti possono studiare senza essere
disturbati, una biblioteca fornita, un’aula computer efficiente e un piccolo giardino
dove poter riposarsi o studiare o chiacchierare o mangiare durante le gornate
di sole.
Tutto questo è parte del patrimonio storico e culturale che
caratterizza l’Università Ca’ Foscari.
Ma siamo sicuri che sia solo questa la decisione impopolare
presa dal rettore?
Per citare un solo esempio, una studentessa di cinese
lamenta che la prima rata delle tasse è passata dai 934 euro che pagava al primo anno ai
1066 euro odierni, e che se riesce a permettersi di frequentare l’università è
grazie all’ISEE.
Se uno studente vuole laurearsi nella sessione estiva di
luglio deve sostenere gli esami della sessione di maggio tutti al primo appello, una cosa che può andar bene se si ha come
minimo tre esami da dare. Una docente di lingua tedesca ha manifestato la sua
perplessità in proposito: uno studente di lingue ha da dare obbligatoriamente
gli esami delle due (o tre, in alcuni casi) lingue previste dal piano di studi,
esami che valgono dodici crediti ciascuno. E’ possibile per uno studente
riuscire a dare due (o tre) esami
da dodici crediti al primo appello insieme agli altri esami da sei crediti? E’
logico che dopo uno studente si vede rallentare nella tabella di marcia dei
suoi studi. Tuttavia, a quanto pare, al magnifico rettore di Venezia, che
sembra interessato a fare soldi solo per potersi permettere l’inutile "americanata" della cerimonia delle lauree in Piazza San Marco – invece di usare
i soldi ricavati dalle tasse per migliorare le sedi dove ci sono crateri d’intonaco
alle pareti o i bagni di tutte le sedi (la maggior parte dei quali sforniti di
luce, carta igienica e sapone) o di trovare un modo per far avere posto a tutti
gli studenti.
Questa è l’ennesima conferma di cosa succede quando si
consegna la cultura e la direzione di un ateneo in mano a uomini totalmente
disinteressati alle necessità degli studenti, degli insegnanti e dell’ateneo
come luogo fisico.
Possiamo continuare a sperare in tempi migliori? A quanto
pare no, visto che, quando gli studenti hanno occupato il rettorato per
manifestare il loro disappunto, sembra che il rettore abbia messo le mani
attorno al collo di uno studente; sono solo voci, ma se è successo veramente,
questo depone ancora meno in favore di Carraro.
La scelta dei rettori delle università è estremamente
importante dal momento in cui da questa dipende sia l’eccellenza e la fama, sia
la rovina dell’istituto perciò si dovrebbe affidare questo incarico a persone
competenti, in grado di garantire, come minimo, la buona funzionalità dell’amministrazione
universitaria.
Silvia Moranduzzo
Silvia Moranduzzo
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