Arrestato il re delle slot machine: indagato anche il cognato di Gianfranco Fini

Francesco Corallo, re delle slot machine a livello internazionale, è stato arrestato mentre si trovava sull’isola di San Marteen, ai Caraibi, nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Con lui è finito in manette anche l’ex parlamentare del Pdl Amedeo Laboccetta e sono indagati Sergio e Giancarlo Tulliani, rispettivamente suocero e cognato di Gianfranco Fini. L’accusa è di associazione a delinquere transnazionale: sembra che il gruppo Atlantis-Bplus non abbia versato le imposte al fisco (circa 200 milioni di euro) e abbia riciclato quel denaro proveniente da oltre 73 mila slot sparse in tutta Italia. I soldi sarebbero stati occultati in società offshore controllate da collaboratori stretti di Corallo. Giancarlo Tulliani avrebbe messo a disposizione due società offshore ad uno degli arrestati, Rudolf Baetsen, per far transitare i soldi in direzione delle Antille. Il suddetto Baetsen sembra abbia finanziato l’acquisto della casa di Montecarlo che era stata proprietà di Alleanza Nazionale e che aveva causato non pochi imbarazzi a Gianfranco Fini.
Secondo alcuni dati raccolti da Maria Cristina Giovannitti, giornalista esperta in ecomafia, lo Stato incassa dalle slot machine circa 25 milioni al giorno per una tassazione del 64%, che poi redistribuisce finanziando vari tipi di progetti che vanno dai beni culturali alla sanità. Nonostante questa entrata faccia molto comodo, bisogna anche pensare agli effetti che possono avere le slot machine sulle persone. Quei suoni così allegri, le luci colorate, i disegni divertenti hanno una certa attrattiva su alcune persone. E’ difficile stimare il numero dei malati di ludopatia, coloro che sono dipendenti dal gioco d’azzardo. Il professor Fabio La Rosa, nel libro “Il gioco d’azzardo in Italia. Contributi per un approccio interdisciplinare” edito da Franco Angeli, afferma che ne soffre circa il 2% della popolazione. Si tratta di una patologia psicologica vera e propria: “Le ludopatie si caratterizzano come una costrizione inconscia a ripetere, dominata dalla necessità di giocare, che si trasforma in una sofferenza nel momento in cui il giocatore si trova obbligato ad astenersi dalla pratica del gioco - riferisce a Repubblica il professor La Rosa -. Caratteristica di tale dipendenza non è soltanto la voglia della vittoria, ma soprattutto quell'insieme di emozioni forti e nuove che portano ad un'alterazione del sistema bio-comportamentale, e spingono alla ricerca della ricompensa, con conseguente perdita della percezione del tempo, del controllo sul gioco e della valutazione della quantità economica del danno”. Per coloro che si rivolgono a strutture adeguate per curarsi, lo Stato spende circa 46 miliardi all’anno, come riporta un articolo di Avvenire. Con queste cifre sembra non convenga continuare con il gioco d’azzardo, almeno dal punto di vista economico. Dal punto di vista umano, andrebbe abolito immediatamente, prima che possa far del male ad altre persone e creare maggiori danni.


di Silvia Moranduzzo

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