Venexit: la follia dei veneti come minoranza etnica

Dopo la Brexit ecco Venexit, ovvero i veneti che vogliono lo status di minoranza etnica. Il 6 dicembre il consiglio regionale del Veneto ha approvato il disegno di legge 116 che ridefinisce la popolazione veneta come “minoranza nazionale”, apripista per richiedere una dichiarazione di appartenenza etnica, il patentino del bilinguismo, l’insegnamento del dialetto nelle scuole e il suo uso negli uffici pubblici e nella toponomastica. Il disegno di legge è stato approvato da Lega Nord e gruppo Tosi, mentre contrari erano Pd, M5stelle, Lista Moretti e si sono astenuti Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ora i comuni potranno imporre l’uso della “lingua veneta” sul proprio territorio e le scuole dovranno insegnare il dialetto. I funzionari pubblici dovranno sostenere un esame per avere il lavoro e ottenere quindi la patente di “veneticità”. Secondo alcuni giuristi la legge verrà bocciata dalla Consulta per non conformità alla Costituzione. Sarebbe il minimo. I veneti vogliono avere gli stessi privilegi delle regioni a statuto speciale quando la stessa Lega nord ha criticato il fatto che all’interno della riforma costituzionale bocciata al referendum del 4 dicembre non vi fossero riferimenti a tali regioni per abolirne i privilegi. Gli altri devono avere pari diritti e doveri mentre noi dobbiamo metterci su un piedistallo, questa è la logica.
In un momento in cui il Paese è fortemente disuguale dal punto di vista economico e non si ha una politica stabile, in Veneto si pensa a chiudersi ancora di più, ad allontanarsi dal resto dell’Italia. Una minoranza etnico-linguistica è un gruppo di cittadini che in uno Stato si distinguono dalla maggioranza per l’etnia e la lingua. I veneti sono italiani e il dialetto che parlano è differente da paese a paese quindi non c’è una lingua di riferimento secondaria all’italiano che potrebbe essere considerata una lingua alternativa. Se io che sono rodigina vado a Venezia e parlo il mio dialetto, le persone del luogo fanno fatica a capirmi. L’idea di creare un Veneto indipendente è folle quanto l’ideologia leghista sulla Padania. Senza contare che da sola la regione non sopravviverebbe dal punto di vista prima di tutto economico. Basti pensare alla situazione delle banche locali che hanno mandato in fumo i risparmi di moltissimi cittadini e sono in bancarotta.

Se si vuole tutelare il patrimonio culturale del Veneto, obiettivo sacrosanto, si deve smettere di pensare alle sciocchezze propagandistiche e si deve cominciare ad attuare politiche serie e mirate. 


di Silvia Moranduzzo

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