Internazionale a Ferrara: secondo giorno
Una pioggerellina strana e fastidiosa non ha impedito ai
frequentatori del festival di Internazionale di partecipare agli eventi in
programma. Ci sono stati disagi per spostamenti e un via vai a causa del freddo
pungente, ma the show must go on!
La mattinata è cominciata nella bellissima Biblioteca
Ariostea, con uno dei vicedirettori di Internazionale, Alberto Notabartolo, che
ha spiegato ad una platea composta per la maggior parte da under 30 come
comporre un curriculum che colpisca l’attenzione: semplicità, originalità,
onestà e sintesi. Queste le caratteristiche fondamentali per superare la
barriera di attenzione dei 10 secondi, limite oltre cui solitamente si scartano
i curriculum inadeguati. E’ stato un incontro molto interessante anche per chi
è già inserito nel mondo del lavoro: del resto, non si è mai finito di
imparare, e Notabartolo ha dato alcune dritte davvero utili.
Il maltempo non ha intaccato la presenza al contributo di
Giovanni Moro, docente di sociologia, che ha presentato il suo ultimo libro,
“Euro e cittadinanza, l’euro mancante”. Il professor Moro puntualizzato il
fatto che la creazione di una moneta unica europea è stato uno degli atti
fondanti di uno spazio pubblico europeo in cui costruire il senso di
cittadinanza europea, allontanando la paura della globalizzazione. L’euro ha un
potere simbolico, una dimensione sociale, culturale e politica. Alla fine della
conferenza, mi sono permessa di avvicinarmi al professore per porre un paio di
domande, a cui ha gentilmente risposto.
In un Paese come il nostro, in cui il razzismo è insito
nella classe dirigente (basti pensare agli slogan della Lega), quali politiche
sociali si potrebbero attuare in concreto per educare le persone all’idea di
cittadinanza, non solo europea?
“Bella domanda, le posso dare solo una risposta parziale
perché è un argomento molto complesso. Ci sono delle organizzazioni che si
ripropongono di educare all’integrazione ma non c’è la presenza di immigrati:
questo è contrastante con il loro proposito! Penso che si potrebbe fare
educazione civica utilizzando queste organizzazioni includendo gli immigrati,
per far conoscere il diverso che poi tanto diverso non è”
Cosa ne pensa del dibattito riguardo lo ius soli?
“In Italia abbiamo una tradizione di ius sanguinis ed è difficile far cambiare un modo di pensare così
radicato. Si dovrebbero introdurre riforme in favore dello ius soli pian piano, cercando di abituare i cittadini all’idea”
L’incontro più atteso della giornata era probabilmente
quello delle 16.30 con Pietro Grasso, Presidente del Senato, intervistato da
Michael Braun (Die Tageszeitung), Rachel Donadio (The New York Times) e
Ferdinando Giugliano (Financial Times). Il Presidente ha parlato di
immigrazione, giustizia e crisi dei partiti ma si è tenuto sul vago, eludendo
le domande più spinose da bravo politico. E’ stato un peccato che gli
intervistatori non siano stati più incalzanti, ma non credo che abbiano avuto
molte altre possibilità: le domande erano comunque precise e coerenti con
l’immediata attualità internazionale e italiana. Non è stato concesso al
pubblico di fare domande, forse per motivi di ordine pubblico: sarebbe stato
spiacevole se fossero emerse offese, per esempio, tuttavia ritengo che abbia
penalizzato molto il dibattito.
L’ultimo evento a cui ho potuto assistere è stato quello con
Gad Lerner al Teatro Apollo che intervistava Lorenzo De Filippis, Presidente
italiano di Medici Senza Frontiere. Si parlava di soccorso agli immigrati e De
Filippis ha ricordato un fatto, a mio giudizio, piuttosto grave: la Procura
della Repubblica di Agrigento ha incriminato i sopravvissuti al disastro di
Lampedusa della settimana scorsa per immigrazione irregolare. E’ agghiacciante
e ci fa capire quanti danni procuri la legge Bossi-Fini.
Stay tuned!
Silvia Moranduzzo
Silvia Moranduzzo
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