Parma e il cinema: cosa si nasconde in città
Quanti di noi sapevano
che Novecento, uno dei più famosi
film di Bernardo Bertolucci, è stato girato nelle campagne parmigiane? Quanti
di noi sapevano che a Parma si è tenuto il primo convegno, nel 1953, sul cinema
neorealista che ha avuto eco fino negli Stati Uniti? E' sorprendente pensare
come il Cinema, quello con la lettera maiuscola, sia così a portata di mano.
La maggior parte dei
parmigiani non ha idea di cosa nasconda la loro città dal punto di vista
culturale. Si cammina per le strade con la fretta di raggiungere la propria
destinazione, senza far caso a ciò che si trova attorno a noi, al fascino di
alcuni luoghi. Un fascino che si è rivelato fondamentale per la storia del
cinema italiano e che ha attratto registi, produttori e attori in quella che
può essere definita una delle più proficue fucine di talenti cinematografici
del nostro Bel Paese.
Tutto ciò viene
spiegato nel documentario "Poltrone rosse" scritto da Francesco Barilli (attore e regista) e
Michele Guerra (docente di Storia del cinema all'Università di Parma) e diretto
dallo stesso Barilli, in cui sono raccolte testimonianze di mostri sacri del
cinema italiano come Bernardo Bertolucci, Franco Nero, Vittorio Storaro, Enrico
Lucherini, Sergio Leone e tantissimi altri inframmezzate da alcuni stralci di
film che rappresentano delle pietre miliari della cinematografia. La pellicola
è stata proiettata al Festival del Cinema di Venezia 2014 e la prima visione
nella città di Parma, il 1 ottobre, è stata preceduta da una breve introduzione
del sindaco Federico Pizzarotti e dei due autori: i posti in sala erano
esauriti e gli applausi finali sono durati più di qualche minuto.
Barilli e
Guerra hanno cercato di dare un quadro d'insieme della storia del cinema di
Parma facendo emergere l'importanza che questa città ha avuto a livello
nazionale, per non dire mondiale. Molti attori, come Franco Nero, sono partiti
proprio dalla città emiliana per costruire la propria carriera, così come
registi, scenografi, musicisti, operatori e critici. Lo spettatore viene
accompagnato in questo mondo incantato che sembra lontanissimo e, invece, si
rivela quanto mai vicino.
Molto spesso si
sottovaluta l'importanza di cose che vediamo tutti i giorni, proprio per
abitudine. Sarebbe bello trovare un momento per fermarsi, per esempio, davanti
al Duomo o in Piazza Garibaldi o alla Pilotta e tentare di carpirne la magia che un tempo ha ispirato i capolavori del neorealismo.
Silvia Moranduzzo
Silvia Moranduzzo
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