Voghera, infermiera rifiuta di dare la pillola del giorno dopo: aperta un'inchiesta
Ospedale di Voghera (foto Repubblica.it) |
All'ospedale
di Voghera, in provincia di Pavia, un'infermiera rifiuta per due volte a due
pazienti diverse l'entrata al reparto di ginecologia alla loro richiesta della
prescrizione della pillola del giorno dopo. A quanto pare la donna, che avrebbe
dovuto solamente classificare le priorità, ha risposto alle due ventenni di
pensarci bene per preservare una possibile vita umana, ma non per etica
religiosa: dice di essersi avvalsa di un certo "diritto al dialogo",
che sostiene essere proprio di ogni infermiere. Così le due ragazze non si sono
viste erogare un servizio pubblico di cui erano pienamente detentrici e hanno
sottoposto il caso alla dirigenza sanitaria che ha aperto un'inchiesta.
All'Ansa, l'infermiera ha dichiarato "Non le ho assolutamente minacciate,
ma solo cercato di convincerle a rinunciare e a salvare così vite umane. L'ho
fatto per motivi di coscienza, non religiosi".
La
pillola del giorno dopo, che ha cominciato ad essere prescritta ben 14 anni fa,
continua a scatenare polemiche, specialmente in relazione alla religione.
Tuttavia, qui non si sta parlando di una persona fortemente credente che cerca
di convertire gli animi: si sta parlando di fare il proprio dovere.
Un'infermiera che rifiuta di dare una cura a cui il paziente deve poter aver
accesso per legge significa disattendere alle proprie mansioni. Cosa
succederebbe se un medico si rifiutasse di operare un paziente perché vuole
prima parlarci? Che accadrebbe se un poliziotto non arrestasse un ladro colto
in flagrante perché prima vuole fare una chiacchierata sui motivi che lo
spingono a rubare? Molto probabilmente si creerebbe confusione e l'ordine
sociale in cui siamo abituati a vivere ne risentirebbe in modo non certo lieve.
Senza
contare che il farmaco di cui si parla, a base di Levonogestrel, non è
abortivo: sulla scheda tecnica l'Agenzia del Farmaco precisa che "inibisce
o ritarda l'ovulazione" e deve essere assunto entro 72 ore dal rapporto
sessuale. Secondo l'azienda produttrice della pillola le vendite sono scese del
4% negli ultimi quattro anni, segno evidente della mancanza di abuso dello
stesso. Il direttore sanitario dell'ospedale di Voghera, Luigina Zambianchini,
ha affermato che i dipendenti della struttura possono esprimere obiezione di
coscienza solo nei casi previsti dalla legge n. 194 del 22 maggio 1978: "Nell'utilizzare
la pillola del giorno dopo, non si compie un'interruzione di gravidanza, quindi
non è materia di obiezione. Sempre in linea di massima poi, deve prevalere
l'interesse del paziente".
Nel
momento in cui ci si trova davanti ad una persona che chiede di esercitare un
proprio diritto, qualsiasi che sia, e questo gli viene negato, i provvedimenti
dovrebbero essere seri. Non solo riguardo al caso specifico dell'infermiera di
Voghera, ma in ogni ambito si veda una violazione.
Silvia Moranduzzo
Silvia Moranduzzo
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