Una deposizione a tarallucci e vino
Foto da quirinale.it |
Finalmente è avvenuta la tanto attesa
deposizione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla
(presunta) trattativa Stato-mafia. La prima cosa che il Quirinale e i legali
della difesa hanno tenuto a far sapere è che "il clima è stato più che
sereno". Insomma, se la sono raccontata beatamente. In fondo, cosa c'è di
male nel vedere la più alta carica dello Stato sotto interrogatorio in merito
ad una possibile collusione tra mafia ed apparati statali?
Possiamo immaginarlo, Napolitano, che
entra al Quirinale tranquillamente e risponde ai magistrati che gli chiedono se
è a conoscenza del fatto che la mafia abbia manovrato alcuni politici.
"Ma buongiorno signori miei, qual
buon vento vi porta al Quirinale?" chiede il caro vecchio Presidente.
"Volevamo solo fare due chiacchiere,
signor Presidente."
"Prego, sedetevi, gradite un
caffè?"
"Oh si, grazie, volentieri."
"Parlate pure, son
tutt'orecchi."
"No sa, non si preoccupi, andiamo
via subito ma... non è che ha sentito qualcuno che magari aveva amicizie
particolari all'interno dello Stato?"
"Amicizie?"
"Si, sa... magari qualcuno di poco
raccomandabile..."
"Ah, non saprei"
"Ha mai sentito qualcosa di losco
negli ambienti della politica?"
"Ma no, ma no... prenda un biscotto,
sono buonissimi!"
"Grazie Presidente. Quindi lei non
sa niente della trattativa Stato-mafia?"
"Trattativa? Ma no, quelle sono
invenzioni di Travaglio, quell'uomo ne sa una più del diavolo!"
"Ha ragione, è tutta colpa della
stampa. Scusi il disturbo Presidente, noi andiamo via."
"Quale disturbo, due chiacchiere
ogni tanto fan bene! E poi alla gente piace sentire i discorsi sulla
trasparenza delle istituzioni."
"Ha ragione, Presidente, fa buona
pubblicità. La lasciamo, arrivederci, ci saluti la signora Clio!"
"Ma certamente, tante belle
cose!"
Tre ore e mezza, dalle 10.05 alle 13.35,
di discorsi molto tranquilli e sereni sulla possibilità che all'interno dello
Stato ci sia la mafia. Secondo il legale di Marcello Dell'Utri (noto alle
cronache per essere stato condannato nel 2013 a 7 anni di reclusione per
concorso esterno in associazione mafiosa), Giuseppe Di Peri, "il clima è
stato più che sereno, non credo che questa testimonianza sia stata tanto utile
come ritenevano i pm". Probabilmente ha ragione. L'avvocato di parte
civile Ettore Barcellona ha dichiarato che "nessuno ha fatto una domanda
specifica sull'esistenza di una trattativa tra lo Stato e la mafia": se
non si pongono domande mirate a capire le eventuali collusioni Stato-mafia come
fa una testimonianza ad essere utile?
Non si può prendere sul serio, è una
burla.
Silvia Moranduzzo
Silvia Moranduzzo
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