Moria di locali in provincia, un fondo Appe per il credito. Navigli, polemica sul bando

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 19 gennaio 2018


Un fondo per aiutare le imprese in difficoltà. È l’iniziativa presentata dall’Associazione provinciale pubblici esercizi (Appe) con Confidi Veneziano e Crédit Agricole FriulAdria. «Nel 2017 hanno chiuso 170 aziende nella provincia di Padova, la crisi miete ancora vittime» dice Erminio Alajmo, presidente dell’Appe, citando i dati di Infocamere. Per venire in aiuto alle imprese è stata firmata una convenzione per agevolare la richiesta di prestiti: «Appe e Confidi aiuteranno l’impresa a presentare una richiesta a Crédit Agricole verificando le garanzie – spiega Simone Schiesaro, responsabile della direzione territoriale veneta della banca –. Noi ci impegniamo a verificare la documentazione in tempi brevi: per importi entro i 250 mila euro ci vorranno solo dieci giorni. A questa iniziativa abbiamo destinato un totale di 10 milioni per ora».
L’Appe è impegnata anche su un altro fronte, cioè quello dei Navigli, evento di punta della movida estiva. «Abbiamo dei forti dubbi sul bando del Comune, perché non si specifica il periodo di validità della concessione, gli orari di apertura dei chioschi e da chi sarà composta la commissione che vaglierà le proposte – dice Filippo Segato, segretario di Appe –. Avremmo voluto essere coinvolti e chiediamo il ritiro del bando, altrimenti potremmo ricorrere ad azioni legali. Il timore è che vinca il solito noto». L’Appe non vuole eliminare i Navigli ma sostiene che ci sono troppi eventi estivi contemporaneamente: l’ideale, secondo Segato, sarebbe alternarli, in modo da non lasciare le piazze del centro completamente vuote. «Il Comune afferma di voler offrire una proposta culturale ma cosa c’è di culturale in miss maglietta bagnata?», si chiede Segato. «Un’idea potrebbe essere quella di collaborare con associazioni per proporre degustazioni o show cooking o ancora chioschi dove non si serve solo da bere ma si vendono oggetti artigianali».

di Silvia Moranduzzo

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