Ritornano le ronde antifasciste. I centri sociali: "Sono passeggiate"

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 13 febbraio 2018


Il freddo e la pioggia non scalfiscono gli animi accesi dalla campagna elettorale, anzi, ogni giorno si alimenta la fiamma. Sicurezza e immigrazione sono diventati i due temi sui quali i politici si confrontano ogni giorno, temi che sembrano diventati l’unica costante nell’agenda elettorale. La tensione si è fatta più aspra dopo i fatti di Macerata invadendo telegiornali, talk show e social media con reciproci scambi di accuse tra «buonisti» e «razzisti», tra chi «fomenta l’odio verso gli stranieri» e chi metterebbe «i diritti degli italiani in secondo piano». Anche a Padova si è avvertito il contraccolpo: sabato pomeriggio c’è stata una manifestazione solidale con gli stranieri feriti da Luca Traini (in contemporanea con Macerata e molte altre piazze italiane) da parte di varie associazioni che denunciano il pericolo di un ritorno del fascismo. Sabato pomeriggio non ci sono stati scontri e tutto è filato liscio fatta eccezione per alcuni cori offensivi nei confronti delle vittime delle foibe (il coro recitava: «Ma che belle le foibe da Trieste in giù», proprio nel giorno della commemorazione).
Gli autori dei cori sarebbero i centri sociali patavini che però ieri hanno preso le distanze dai fatti: «Le foibe non c’entravano nulla con la manifestazione quindi erano cori fuori luogo. E in ogni caso nessuno di noi si sarebbe mai permesso di pronunciare frasi offensive di quel genere», afferma uno dei portavoce del Pedro. Le tensioni però non sono destinate a stemperarsi a breve. I centri sociali infatti hanno intenzione di intensificare le cosiddette «passeggiate antifasciste» già iniziate nei mesi scorsi per presidiare il territorio da «potenziali atti di razzismo e da manifestazioni di stampo fascista». Si tratta di vere e proprie «ronde» che a una prima impressione possono ricordare quelle organizzate dai sindaci leghisti (è il caso di Rovigo, Montebelluna in provincia di Treviso o Verona) o degli esponenti delle destre, ma che hanno uno scopo completamente diverso. Le ronde di estrema sinistra, o come le definiscono i centri sociali «passeggiate» coinvolgono oltre al Pedro anche una serie di esponenti di associazioni culturali che ogni mercoledì partono da piazza Capitaniato alle 21 e camminano per le vie del centro alla ricerca di eventuali comportamenti xenofobi. E se i «passeggiatori antifascisti» si trovano davanti a un evento giudicato razzista?
«Con queste passeggiate vogliamo solamente rendere Padova un luogo accogliente per tutti e impedire che si verifichino episodi razzisti o omofobi. È anche un modo per tornare a riempire le strade della città e renderla viva» afferma Nando, del centro sociale Pedro. Niente violenza annunciata dunque, anche se le «passeggiate» avrebbero già portato in ospedale alcune persone appartenenti alle forze dell’ordine o a movimenti di destra come è accaduto mercoledì scorso, a margine di un incontro organizzato da Fratelli d’Italia sulle vittime delle foibe. Intorno alle 23 infatti si erano verificati dei disordini ed è dovuta intervenire la celere: sembra che i pedrini abbiano aggredito due militanti di Forza Nuova che sedevano ad un bar in piazza dei Signori. Versione però smentita dai centri sociali che si difendono così: «Stavamo solamente passeggiando. Come faremo ancora ogni mercoledì sera».

di Silvia Moranduzzo

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