Tentò il suicidio sotto il treno. Ragazzi, chiedete aiuto

Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) l'11 febbraio 2018


«Non volevo morire, il mio desiderio era di non soffrire più». A parlare è Viktor Staudt che nel 1999, a 30 anni, ha tentato il suicidio. Ha raccontato la sua storia agli studenti dell’Istituto superiore Rolando di Piazzola sul Brenta ieri mattina, all’incontro di Telefono Amico per la prevenzione al suicidio. Evento parte di un progetto realizzato con i mille euro donati dagli amici di Angela Cavinato, trovata impiccata nel Veneziano a ottobre 2017.«Aspettavo il treno in stazione e mi sono sentito scivolare. Non stavo pensando di morire, mi sono abbandonato all’idea di non provare più dolore — spiega Viktor, che quel giorno ha perso le gambe —. Fin da bambino percepivo una sorta di nebbia tra me e gli altri, era come se vedessi il mondo in bianco e nero. Ogni giorno mi dicevo che l’indomani avrei visto il colore, così non ho mai chiesto aiuto. Non c’è nulla di male a farlo ma non lo capivo». Viktor soffriva di disturbo borderline di personalità, originato dalla depressione, che lo faceva sentire inferiore agli altri. Non aveva amici perché soffriva di forti attacchi di ansia e temeva di averne uno in pubblico. Si vergognava e si isolava.
Nel 2017 si sono suicidati 594 ragazzi tra 15 e 34 anni. Da maggio è attivo il servizio di chat via What’s App utilizzato per il 69% dei casi da under 35 anni. Per parlare con un volontario di Telefono Amico basta chiamare l’199284284 o scrivere al 3450361628.

di Silvia Moranduzzo

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