Apologia del fascismo: la legge c'è ma non viene rispettata

E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista” (XII disposizione transitoria, Costituzione della Repubblica Italiana).

Così recita la nostra Legge fondamentale in merito al partito fascista. Nel 1952 è stata promulgata la legge 645, detta legge Scelba, che riguarda l’apologia del fascismo: è punito con multa e reclusione chiunque faccia propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, e chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo o le sue finalità antidemocratiche.
Perché questa legge non viene rispettata?
Il caso più eclatante è sicuramente Casapound, partito politico nato nel 2008 dal movimento omonimo e che si ispira apertamente al fascismo. “E’ vero, siamo fascisti. Ma del terzo millennio” ha dichiarato Gianluca Iannone, leader di Casapound. Il partito ha anche la sua organizzazione studentesca, il Blocco Studentesco, che raccoglie proseliti nelle scuole dal 2006. Legato alla Lega Nord e al Movimento Sociale - Fiamma Tricolore, si presenta regolarmente alle elezioni e non è nuovo a episodi di violenza come l’uccisione di due venditori ambulanti nel 2011. Sono state create alcune petizioni online per chiudere Casapound e a volte ci sono delle manifestazioni in suo sfavore, ma nulla è stato fatto a livello legale nonostante una palese violazione della XII disposizione transitoria della Costituzione.
Altro caso sono i siti che vendono articoli inneggianti al fascismo e a Mussolini, come www.ilduce.net. Qui si possono acquistare diversi tipi di gadget come magliette, felpe, sciarpe, bandiere, spille, portachiavi, cravatte, bracciali, accendini, cinture, puzzle, statuette e calendari allo scopo di “sostenere i camerati”, riporta il sito. Inoltre, si possono trovare articoli che attestano di dire la “vera verità” sull’epoca storica del fascismo e della seconda guerra mondiale. Se si vuole qualcosa di più ricercato c’è anche www.ilventennio.it. Si tratta di siti perfettamente raggiungibili e funzionanti.
Il cavillo che permette tutto questo è una mancata riforma della legge Scelba. Il web è difficilmente limitabile normalmente, ancora di più in questo caso, e nulla si dice sui gadget fascisti. Il gruppo chiuso su Facebook “Fascismo e socialismo nazionale” conta più di 4 mila iscritti, mentre la pagina dedicata al Duce ha quasi 30 mila like. La web generation ha il via libera per propagandare idee antidemocratiche, violente e razziste. Per chiudere le pagine Facebook serve che sia un privato cittadino a fare richiesta, facendosi carico di ogni conseguenza. Inimicarsi uomini con il manganello e la voglia di picchiare non è esattamente il sogno di tutti noi. Solo l’Emilia Romagna ha approvato questa estate una risoluzione per vietare la vendita di gadget con immagini del regime. In linea contrastante è la Corte d’Appello di Milano che ha assolto due militanti di Casapound che avevano fatto il saluto fascista durante una commemorazione di Sergio Rametti. La motivazione è che “non è chiaro se il loro comportamento abbia superato il confine della commemorazione per giungere alla condotta diffusiva dell’ideologia”. La Cassazione a marzo, però, aveva stabilito che il saluto fascista è reato.
Bisognerebbe ricordare che il fascismo ha ucciso circa un milione e 200 mila persone, secondo le stime dello storico Stephane Courtis. Non è un caso se esiste una legge che vieta ogni sua espressione. E le leggi vanno rispettate.


di Silvia Moranduzzo

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