La riforma costituzionale potrebbe portare la firma di Jp Morgan

Renzi non ha mai fatto mistero di prendere come modello Tony Blair, ex primo ministro britannico ora consigliere della banca Jp Morgan. Voci di corridoio riportano la preoccupazione per cui la riforma costituzionale  votata in aprile che dovrà passare il vaglio del voto popolare tramite il referendum del 4 dicembre sia stata ispirata proprio da Jp Morgan
In un articolo del 2013 intitolato “The Euro area adjustment: about halfway there”, la Jp Morgan aveva scritto: “Le Costituzioni e i sistemi politici dei paesi della periferia meridionale, costruiti in seguito alla caduta del fascismo, hanno caratteristiche che non appaiono funzionali a un'ulteriore integrazione della regione. [...] Queste Costituzioni tendono a mostrare una forte influenza socialista, che riflette la forza politica che le sinistre conquistarono dopo la sconfitta del fascismo. Questi sistemi politici periferici mostrano, in genere, le seguenti caratteristiche: governi deboli; stati centrali deboli rispetto alle regioni; tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori; costruzione del consenso fondata sul clientelismo politico; e il diritto di protestare se cambiamenti sgraditi arrivano a turbare lo status quo. I punti deboli di questi sistemi sono stati rivelati dalla crisi. [...] Ma qualcosa sta cambiando: il test chiave avverrà l'anno prossimo in Italia, dove il nuovo governo ha chiaramente l'opportunità impegnarsi in importanti riforme politiche”.
Sembrano i presupposti dai quali Renzi e il ministro Boschi sono partiti per stilare la riforma costituzionale.
La Jp Morgan Chase & Co. è una società finanziaria con sede a New York ed è la più importante nel settore dei servizi finanziari a livello globale. Nel 2011 è stata coinvolta nello scandalo dei mutui subprime (concessi a persone che non avevano titolo ad accedere a prestiti) per il quale ha patteggiato un risarcimento di 13 miliardi di dollari. La crisi era iniziata nel 2006 quando si sgonfiò la bolla immobiliare negli Stati Uniti e molti cittadini contrattori di mutui subprime divennero insolventi a causa dell’innalzamento dei tassi di interesse. Le conseguenze furono la bancarotta di Lehman Brothers e il declassamento di Golman Sachs e Morgan Stanley. In totale sono stati persi 4.100 miliardi di dollari secondo il Fondo Monetario Internazionale.
In seguito la Jp Morgan è stata coinvolta nello scandalo “London Whale”: la compravendita di titoli derivati che hanno causato un ammanco di circa 6 miliardi di dollari. Nel 2013 la Securities and Exchange Commission, in accordo con l’Office of Comptroller of the Currency, l’ente che regola le banche americane, la Federal Reserve e la Financial Conduct Authority, l’autorità di vigilanza del Regno Unito, hanno multato la Jp Morgan per 920 milioni di dollari.
Qual è il filo rosso che lega Jp Morgan, Tony Blair e la riforma di Renzi?
Tony Blair dopo aver ricoperto la carica di Primo Ministro in Inghilterra è stato nominato consigliere di alto rango della Jp Morgan, con una retribuzione di circa due milioni e mezzo di euro. Le critiche sono piovute fitte perché Blair sfrutterebbe contatti sviluppati durante il suo mandato a Downing Street per perseguire gli interessi della banca, ma in quanto  consigliere non dovrebbe stupire, in realtà. Diverso sarebbe nel caso in cui Blair avesse favorito la banca quando era ancora Primo Ministro. Si ricorda che nel 2003, dopo l’invasione dell’Iraq, la Jp Morgan è stata incaricata di dirigere la banca d’affari del Paese. All’epoca Blair era a capo del governo britannico.
Quindi la Jp Morgan scrive “suggerimenti” per riformare i Paesi dell’Europa meridionale. Suggerimenti recepiti da Renzi che ispirandosi a Blair potrebbe così favorire Jp Morgan per poi essere considerato dalla banca per eventuali incarichi allo scadere del suo mandato politico. Non si tratta di una banca qualsiasi ma di una delle più importanti al mondo e coinvolta in più scandali che hanno fatto perdere miliardi a cittadini e ad altre banche. 
Per concludere, una curiosa coincidenza: la prima volta che Blair e Renzi hanno cenato insieme, a Palazzo Corsini a Firenze, l’organizzatore era l’amministratore delegato di Jp Morgan. 
La più grande società finanziaria al mondo sta forse decidendo delle sorti del nostro Paese?


di Silvia Moranduzzo

Commenti

Post popolari in questo blog

Arcella, sicurezza dalla luce Giordani: Led nel quartiere e per la zona della stazione

La battaglia di mister "Mocio Vileda": "Un centro commerciale davanti al Catajo? Se lo faranno chiuderò al pubblico il castello"

Sciarpe rosse e lacrime per l’addio a Giselda