Yahoo cede ai servizi segreti Usa informazioni sui suoi utenti

Secondo grande scandalo per Yahoo!, rivelato dall’agenzia Reuters. Merissa Meyer, che guida la società, avrebbe ricevuto la richiesta da parte di Fbi e Nsa di avere accesso alle mail dei suoi utenti contenenti determinate parole chiave. Meyer avrebbe acconsentito, lasciando all’oscuro i suoi stessi dipendenti. Sembra che Yahoo! abbia creato un software apposito per scansionare la posta elettronica degli utenti in base alle specifiche richieste pervenute dai servizi segreti statunitensi. Il capo della Information Security di Yahoo!, Alex Stamos, non ne era stato messo al corrente e quando è venuto a saperlo da due ex dipendenti ha deciso di dimettersi e di andare a lavorare per Facebook. Questo è avvenuto nel maggio 2015 e allora non erano stati chiariti i motivi di tale decisione.
La compagnia si difende appellandosi alle leggi federali vigenti negli Stati Uniti, anche se avrebbe comunque potuto rifiutarsi come ha fatto Apple. La società di Cupertino aveva ricevuto la richiesta dei codici di accesso al telefono di uno dei terroristi della strage di San Bernardino ma non aveva acconsentito sostenendo che la privacy per loro veniva prima di tutto. Secondo Reuters, si tratta del primo caso emerso finora di una web company che volontariamente asseconda le richieste dell’intelligence di analizzare i contenuti privati degli utenti. Le persone coinvolte sembra siano circa 21 mila.
E’ la seconda volta che la compagnia entra nel mirino dei media. Nel 2014 è stata vittima di attacchi da parte di hacker che hanno rubato dati sensibili a 500 milioni di utenti. In un’altra occasione un pirata informatico che si cela sotto lo pseudonimo di “Peace” aveva messo in vendita sul deep web 200 milioni di account Yahoo! al prezzo di circa 1.600 euro ciascuno.
Edward Snowden, la talpa del Datagate, ha suggerito tramite il suo account Twitter a tutti gli utenti di Yahoo! di chiudere immediatamente i loro account. Ancora rifugiato in Russia, l’ex contractor Nsa é accusato di furto di proprietà del governo, comunicazione non autorizzata di informazioni della difesa nazionale e comunicazione volontaria di informazioni segrete con una persona non autorizzata (il giornalista del “The Guardian” Glenn Greenwald che ha pubblicato le denunce di Snowden), per aver rivelato i dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa dei governi degli Stati Uniti e del Regno Unito

Il tema della cybersecurity è ormai a tutti gli effetti uno dei più importanti nell’agenda politica. In un’epoca in cui criminalità organizzata e terroristi utilizzano il web per le loro attività non si può sventolare la bandiera della privacy come baluardo di civiltà. Esistono finalità più importanti, come la human and regime security. Con questo non si vuole sostenere che non ci debba più essere riservatezza, anzi. Ogni informazione che i servizi segreti collezionano dovrebbe essere gestita in modo corretto. Qualsiasi fine che non sia quello di perseguire la sicurezza dei cittadini non deve essere preso in considerazione dalle agenzie di sicurezza. Un maggiore controllo da parte dei servizi segreti non deve significare meno tutele per i cittadini, semmai il contrario. L’ideale è un punto di incontro tra il bene comune e la privacy alla quale ognuno ha diritto.


di Silvia Moranduzzo

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